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Giovedì 27 MARZO 2014
Allattamento al seno in gravidanza. Gli esperti: "Nessun problema per madre, embrione, feto e lattante" 

Il parere viene ancora una volta dal tavolo tecnico del ministero della Salute che, dopo le raccomandazioni sull'allattamento per la donna sottoposta ad esami radiologici con mezzi di contrasto, interviene ora per chiarire evntuali rischi per la donna che allatti durante una successiva gravidanza. IL DOCUMENTO

L’allattamento al seno è un comportamento di salute con effetti positivi a breve e lungo termine sia per la madre che per il suo bambino. L’entità di questi benefici è proporzionale rispetto all’esclusività ed alla durata dell’allattamento stesso. Capita però che i professionisti d’area sanitaria (in particolare ginecologi, ostetriche, infermieri, pediatri, consulenti in allattamento) possono essere chiamati ad esprimersi sull’opportunità di continuare l’allattamento al seno quando la donna resti gravida. Spesso in questi casi viene data l’indicazione di interrompere immediatamente l’allattamento al seno, ritenendo che la sovrapposizione di allattamento al seno e gravidanza possa avere un’influenza negativa sullo stato nutrizionale e sulla salute della donna, sul prodotto del concepimento e sul bambino allattato al seno. 
 
Membri del Gruppo di Studio sull’Allattamento al Seno della Società italiana di medicina perinatale (Simp) e del Tavolo Tecnico per la Promozione dell’Allattamento al Seno del Ministero della Salute hanno effettuato una revisione della letteratura disponibile sulla sicurezza della coesistenza fra allattamento al seno e gravidanza.

In sintesi il gruppo di lavoro è giunto alle seguenti conclusioni sulla coesistenza fra allattamento al seno e gravidanza:
- Non è documentato in letteratura un aumentato rischio di aborto.
- In un paese industrializzato come l’Italia, nel quale le donne gravide sono generalmente sane e ben nutrite, non vi è un aumentato rischio di ritardo di crescita intrauterino (IUGR), né di malnutrizione materna.
- E’ possibile che vi siano dei cambiamenti di composizione del latte materno e una minor crescita del bambino allattato al seno. Se da un lato queste conseguenze sono documentate per i paesi a risorse limitate, non è invece noto se questo valga anche per un paese come l’Italia. Va tuttavia sottolineato che un bambino che succhi al seno materno della propria madre gravida lo farà in maniera esclusiva per qualche mese soltanto, dal momento che subentrerà l’introduzione di cibi semisolidi e solidi nella dieta (alimentazione complementare) a partire dal 6° mese di vita, verosimilmente prima o ben prima del 6° mese di gravidanza, quando in genere può subentrare una diminuzione significativa nella produzione di latte.
- Non è documentato che la suzione al seno collegata all’allattamento al seno possa determinare parto pre-termine per attivazione delle contrazioni uterine.
- Bisogna tuttavia considerare che i consigli individuali possono differire e che i professionisti dell’area sanitaria potrebbero prudenzialmente scoraggiare la coesistenza di allattamento al seno e gravidanza in donne con uno stato nutrizionale subottimale (per esempio adolescenti, donne con malassorbimento), nel caso di grave IUGR, in donne con storia di aborti ricorrenti o di precedente prematurità, se la gravidanza è gemellare, se vi è una minaccia di parto pre-termine. Bisogna però essere consapevoli che il lecito consiglio individuale di interrompere l’allattamento al seno manca ancora di evidenze scientifiche.

In conclusione, la Simp ed il Tavolo Tecnico per la Promozione dell’Allattamento al Seno del Ministero della Salute ritengono che per la maggior parte delle donne la coesistenza di gravidanza ed allattamento al seno risulti sicura per madre, embrione, feto e lattante. 

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