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Martedì 25 FEBBRAIO 2014
Ictus. Nelle donne diabetiche il rischio aumenta del 40%. I risultati allarmanti di un nuovo studio Usa
I risultati di un grande studio americano pubblicati su Diabetologia dimostrano che se il diabete non è sotto controllo, a farne le spese sono soprattutto le donne. Particolarmente colpite le ultra-55enni, forse perché perdono lo scudo di neuro-protezione offerto dagli estrogeni. Tra i maschi il diabete, più che al cervello, punta diritto al cuore
Il diabete ‘discrimina’ le donne, in termini di ictus. Secondo i risultati di una ricerca appena pubblicati su Diabetologia, l’organo ufficiale dell’EASD (European Association for the Study of Diabetes), il diabete aumenta in maniera significativa il rischio di ictus nelle donne, ma non negli uomini.
Lo stroke a livello mondiale fa registrare un maggior numero di casi tra la popolazione maschile che in quella femminile ma, almeno nei Paesi occidentali, uccide le donne più frequentemente degli uomini; così ad esempio, nel 2010 i decessi per ictus sono stati 77.109 tra le donne e 52.367 tra gli uomini, negli Stati Uniti; mentre le statistiche inglesi del 2007 indicano 32.828 decessi per ictus nel sesso femminile, contro i 20.358 tra i maschi. In generale dunque le donne colpite da ictus, hanno una prognosi peggiore della controparte maschile e questo dovrebbe avere importanti ricadute in termini di prevenzione e di intervento sui fattori di rischio.
Lo studio, condotto da Wenhui Zhao, Gang Hu e i colleghi del Pennington Biomedical Research Center di Baton Rouge (Louisiana, USA), ha analizzato l’associazione tra diversi livelli di emoglobina glicata (< 6%, tra 6 e 6,9%; tra 7 e 7,9%; tra 8 e 8,9%; tra 9 e 9,9%; oltre il 10%) e ictus in una popolazione di 10.876 maschi e 19.278 donne con diabete di tipo 2, arruolata nel Louisiana State University Hospital-Based Longitudinal Study (LSUHLS). In un periodo di follow up medio di oltre 6 anni, sono stati registrati 2.949 nuovi casi di ictus. Mentre tra la popolazione maschile è stata osservata solo una tendenza ad una maggior incidenza di ictus all’aumentare dei livelli di emoglobina glicata, tra le donne è emersa un’associazione statisticamente significativa tra rischio di ictus e livelli di emoglobina glicata, al di sopra di valori dell’8%. In particolare nella fascia di glicata tra 8 e 8,9% il rischio di ictus ‘rosa’ era del 19%; nel gruppo con glicata tra 9 e 9,9%, il rischio di ictus saliva al 32%, per arrivare al 42% nelle donne con valori di glicata superiori a 10%. Le più colpite erano le donne al di sopra dei 55 anni.
“Sono diversi i meccanismi alla base di questo maggior impatto del diabete nel rischio di sviluppare un ictus tra le donne, che non tra i maschi – sostiene il dottor Wenhui Zhao – di certo una parte della spiegazione sta nel fatto che le donne hanno un’aspettativa di vita maggiore e l’ictus è più frequente in età avanzata. Ma alcuni studi hanno evidenziato che le donne con diabete tendono ad avere anche valori pressori e livelli di colesterolo più elevati, rispetto ai maschi con diabete. Va poi considerata anche la possibilità di un bias di trattamento a favore dei maschi: quelli con patologie cardiovascolari tendono infatti ad essere più frequentemente trattati delle donne con statine, aspirina e antipertensivi. ” Un’altra possibile spiegazione del perché il diabete ‘rispetti’ almeno in parte il cervello degli uomini è che quelli con la glicemia più fuori controllo tendono a morire di infarto, più che di ictus.
Le donne, come indicano i risultati di questo studio, devono fare i conti con un maggior rischio di ictus, soprattutto dopo i 55 anni. “Possiamo ipotizzare che questo sia dovuto al venir meno dell’ombrello protettivo degli estrogeni – afferma il dottor Zhao – Studi su animali di laboratorio suggeriscono che gli estrogeni abbiamo un effetto neuroprotettivo e siano in grado di ridurre l’area dell’infarto cerebrale; va anche ricordato tuttavia che i trial clinici non hanno mostrato alcun effetto benefico della terapia con estrogeni a questo riguardo. Sono dunque necessari altri studi per chiarire questa contraddizione”.
In conclusione dunque, sono le ultra-55enni in post-menopausa con diabete scompensato quelle particolarmente a rischio di ictus. È su questa popolazione che dovrebbero concentrarsi particolarmente dunque gli sforzi di prevenzione, volti non solo ad un miglior compenso della glicemia, ma anche ad un controllo intensivo di tutti i fattori di rischio cardiovascolari associati, dall’ipertensione all’ipercolesterolemia.
Solo così sarà possibile – ammoniscono gli autori – ridurre l’impatto mortale tra le donne con diabete.
Maria Rita Montebelli
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