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26 GENNAIO 2014
Da Facebook a Wikipedia. Il mondo del farmaco entra nei social media. Rapporto dell’IMS Institute
Circa la metà dei produttori farmaceutici utilizza correntemente i social media per comunicare con i pazienti e gli operatori. Lo stesso fanno le Agenzie regolatorie pubbliche. Wikipedia è oggi la principale fonte di informazioni mediche del mondo ed esiste un legame tra le pagine consultate e l'uso di farmaci da parte dell’utente
I social media e le tecnologie digitali approdano anche in ambito medico e sanitario: a chiedersi se la sanità è pronta ad affrontare questa sfida è l’IMS Institute for Healthcare Informatics, nel suo nuovo report ‘Engaging patients through social media: is healthcare ready for empowered and digitally demanding patients?’. L'IMS Institute for Healthcare Informatics, operante in vari paesi, fornisce 'decision makers' ed esperti che predispongono linee di condotta politiche nell'intero settore della salute.
La versione completa del report, inclusa una descrizione dettagliata sulla metodologia, può essere trovata al sito www.theimsinstitute.org. Il report si basa sulla misura dell'impegno nell’ambito dei social media, attraverso uno specifico indice chiamato IMS Health Social Media Engagement Index, che rileva l’impatto di questi strumenti di comunicazione nell’uso dei medicinali, incluso il ruolo che le compagnie sanitarie giocano nell’acquisire queste piattaforme mediatiche come parte del loro business. Il rapporto include anche una nuova analisi sul ruolo di Wikipedia e sul suo collegamento con l’uso dei farmaci.
In particolare, questo esclusivo indice dell’IMS Institute misura la ‘portata’ a livello mediatico, in base al numero totale di individui che partecipano attraverso condivisioni, ‘likes’ o ‘re-tweets’; la ‘pertinenza’, che misura se il contenuto viene trovato utile e viene condiviso attraverso i social media, e poi il livello di interazione diretta intorno ad un argomento specifico.
Molte industrie farmaceutiche utilizzano sempre più questi strumenti per costruire un legame coi pazienti e col pubblico generale. “In maniera crescente, i pazienti si rivolgono ai social media come un ‘forum’ essenziale per ottenere e condividere informazioni relative alla loro salute”, ha affermato Murray Aitken, Direttore Esecutivo dell’IMS Institute for Healthcare Informatics. “Questa tendenza da sola aumenta la necessità di contenuti pertinenti e accurati, cui il paziente possa avere accesso e che possano essere utilizzati durante il suo percorso. Occorre che gli operatori sanitari, le autorità di regolamentazione e tutti i produttori farmaceutici superino le loro reticenze e riconoscere il ruolo fondamentale che essi possono e dovrebbero giocare in qualità di partecipanti al dibattito sanitario”.
Cosa è emerso dal report:
Quasi la metà (23 su 50) dei maggiori produttori farmaceutici presi in considerazione presentano un certo livello di impegno collegato all’uso dei social media. Tra le società prese in considerazione dall’IMS Institute, il punteggio massimo dell’indice (IMS Health Social Media Engagement Index) viene raggiunto dalla Johnson & Johnson, con un totale di oltre 70 punti (nell'indice in media quasi 590 'likes' per ciascun post). Nella classifica delle prime 10 industrie più ‘quotate’ rispetto a questo indice, i punteggi vanno da 25 a nove.
Inoltre, mentre i produttori attendono indicazioni rispetto ai requisiti, le agenzie regolatorie sono attive nei social media. Questi organismi utilizzano in maniera crescente il canale dei social media per raggiungere una più vasta audience in ambito sanitario. La Food & Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti, che è molto presente su Facebook, si posiziona in alto nella classifica che misura il coinvolgimento sui social media e ha un punteggio dell’indice IMS più elevato rispetto a qualsiasi altra azienda farmaceutica. Rispetto alla presenza su Twitter, poi, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) è seconda solo alla FDA, con uno dei punteggi dell’indice più alti.
Dal report emerge inoltre che Wikipedia è la principale fonte di informazioni mediche, sia per il paziente che per il professionista del settore: le ‘top 100’ pagine inglesi sulla sanità sono state visitate, in media, 1,9 milioni di volte nello scorso anno. In un’analisi dei 50 principali articoli relativi a malattie specifiche, inoltre, l’IMS Institute ha rilevato una forte correlazione tra le visite alle pagine web e l’uso del farmaco, con raccolta di informazioni online durante il percorso del paziente. Il contenuto web su Wikipedia relativo ad argomenti sanitari è in costante modificazione ed è spesso supervisionato da gruppi ufficiali e spontanei. Almeno la metà di questi cambiamenti online sono collegati a informazioni specifiche dei pazienti.
Infine, tra i pochi fattori discriminanti nell’uso dei social media, c’è l’età dell’utente, mentre il sesso, l’educazione, il reddito e altri vantaggi sociali sono elementi lo sono in maniera minore. Il paziente più giovane, infatti, tende ad informarsi online prima di iniziare la terapia, mentre il paziente dai 50 anni in su tende ad iniziare il trattamento prima di ricercare informazioni sul web.
Viola Rita
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