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26 GENNAIO 2014
Medici e omosessualità. Intervista al presidente Bianco: "Al lavoro sul nuovo Codice deontologico. Nessuna discriminazione"
Da Terni, dove si sta definendo la nuova bozza del Codice, il presidente della Fnomceo Amedeo Bianco risponde alle questioni poste da un nostro lettore che aveva chiesto di inserire nel nuovo Codice anche l'orientamento sessuale. "La revisione in corso prevede già di modificare la dicitura di 'genere', sostituendola con 'identità di genere'. Ma quello che conta è che siano chiari i principi di equità e giustizia verso tutti"
Intervenire sul testo in corso di revisione del Codice di Deontologia Medica per accogliere pienamente le novità contenute nella decima versione della classificazione internazionale delle malattie, ovvero l’ICD X, dove viene eliminato ogni riferimento a presunte patologie legate all’orientamento sessuale e si dice chiaramente che “l’omosessualità, l’eterosessualità e la bisessualità sono normali varianti della sessualità umana”.
A questa richiesta, avanzata da Manlio Converti in una lettera a Quotidiano Sanità, il presidente della Fnomceo Amedeo Bianco risponde in modo aperto, proprio mentre a Terni si sta licenziando una seconda bozza della revisione del Codice, con alcune modifiche rispetto a quella resa pubblica nel giugno scorso.
Presidente Bianco, cosa pensa delle richieste avanzate dal dottor Converti, che nelle specifiche di “non discriminazione” elencate all’art.3 del Codice Deontologico (“senza distinzioni di età, di sesso, di etnia, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia”), chiede di aggiungere la dicitura “di orientamento sessuale” e anche “di identità di genere, di disabilità, di stato socio-economico”?
Per certi aspetti, le sue osservazioni sono superate, visto che si riferiscono Codice vigente. La revisione in corso prevede già di modificare la dicitura di “genere”, inserita tra le condizioni di “non distinzione e discriminazione”, sostituendola con “identità di genere”, che è insieme più precisa e più ampia. Inoltre sarà inserita anche l’indicazione “di condizioni socio-economiche”.
Va detto che questa analitica elencazione delle condizioni non discriminatorie può risultare ridondante se si tiene conto del principio generale di etica medica che prevede di agire secondo equità e giustizia, ma si è deciso di lasciarla a memoria di una evoluzione storica del Codice, che fotografa gli elementi di crescente complessità della nostra società.
In ogni caso, l’inserimento del concetto di “identità di genere” non mi sembra che esaurisca la questione dell'orientamento sessuale.
Certamente la dizione di identità di genere non basta a comprendere anche l’orientamento sessuale, ma è pur vero che la chiusura dell’elenco di cui stiamo parlando sarà “…e di qualsivoglia altra natura”, formula molto ampia. Nella sostanza, quello che importa è che siano chiari i princìpi di equità e giustizia verso tutti: il medico non discrimina in alcun modo le persone che chiedono cura e assistenza.
Forse la richiesta del dottor Converti indica anche la necessità di aprire una riflessione sulla presenza gay e lesbica all’interno della professione medica.
Nella lettera mi sembra che non venga espressa alcuna preoccupazione sulle dinamiche relazionali all’interno della professione, anche se non nego che possano verificarsi. Francamente, però, non mi pare che ci sia mai stato alcun rilievo deontologico legato agli orientamenti sessuali. Insomma, non mi risulta che nessuno sia stato accusato in quanto gay o lesbica, sempre che non fosse stato leso il decoro professionale in altro modo. E questo non distingue tra eterosessuali, omosessuali, bisessuali o transessuali: la propria vita sessuale deve contenersi nei limiti del decoro, della legge e della disciplina deontologica, qualsiasi sia il proprio orientamento sessuale.
Una parte del mondo medico non sembra ancora accogliere la lettura “non patologica” dell’omosessualità, come dimostra la lettera del dottor Pietro Dri a Quotidiano Sanità, secondo il quale è “arbitrario” definire normali gli orientamenti omosessuali?
Questo medico esprime una sua personale opinione, che non condivido perché è stata definitivamente superata la nozione per cui l’omosessualità sarebbe una patologia.
Tornando al Codice Deontologico, pensa che sarà accolto questo inserimento riguardo alla non discriminazione per l’orientamento sessuale?
Ripeto: è mia opinione che questo tipo di discriminazione non sia consentita alla luce dei princìpi generali che ispirano il Codice. La revisione, poi, è il frutto di un lavoro collettivo. Vedremo…
Quando sarà pronta la nuova bozza del Codice? E il testo definitivo?
Nella riunione della Consulta di questi giorni abbiamo discusso una seconda bozza, che sarà disponibile nei prossimi giorni. Questa seconda bozza andrà nuovamente alla discussione negli Ordini e ne faremo anche oggetto di una consultazione con associazioni professionali, scientifiche, di volontariato, di rappresentanza dei cittadini e con chiunque sia interessato. Conclusa questa fase e raccolte le diverse indicazioni, penso che in primavera sarà possibile portare alla votazione del Consiglio nazionale Fnomceo la stesura definitiva di questa revisione del nostro Codice di Deontologia Medica. Una previsione possibile: maggio 2014.
Eva Antoniotti
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