quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Martedì 16 NOVEMBRE 2010
Verona: l’Università e Medici senza frontiere lanciano master per le emergenze umanitarie
Un master dedicato a tutti quei medici che sentono la necessità di aiutare le persone che vivono in contesti difficili. Questo il senso dell’iniziativa promossa dall’università di Verona e Medici senza frontiere che hanno dato vita al primo master a livello europeo per la formazione di laureati in Medicina e chirurgia che andranno ad operare nei Paesi in via di sviluppo.
Il master, diretto da Elda Baggio docente di chirurgia vascolare dell’ateneo scaligero, è rivolto ai laureati in Medicina e chirurgia e fornirà le competenze teoriche, pratiche e organizzative necessarie per rispondere alle principali emergenze chirurgiche. I posti disponibili sono 16 e il termine ultimo per la presentazione delle domande è il 26 novembre.
Finalità. Il master si propone come uno strumento indispensabile per i chirurghi che decidono di operare nei Paesi in via di sviluppo, in contesti disagiati e durante le emergenze umanitarie. Gli obiettivi non sono soltanto teorici ma in gran parte pratici. Si va dalla diagnostica ecografica all’esecuzione di una isterectomia e di un taglio cesareo fino alla gestione di pazienti gravemente ustionati, ai trapianti di cute e molto altro ancora per una formazione a 360 gradi.
Il tirocinio in Burundi. Punto forte di questo master è l’esperienza pratica, che dura un mese e si svolge in Burundi. “La scelta del Burundi nasce dall’esistenza, in quel luogo, di un progetto di collaborazione didattica e assistenziale tra la facoltà di Medicina dell’università di Verona e l’ateneo di Ngozi, una cittadina nel nord del Paese”, spiega Elda Baggio, coordinatrice del master. Il periodo obbligatorio di frequenza nell’ospedale di un Paese in via di sviluppo è, secondo la docente, il giusto completamento di un percorso formativo di questo tipo. “L’esperienza pratica è indispensabile in tutti i campi ma soprattutto in realtà sanitarie così problematiche e diverse dalle nostre – continua Baggio-. Proprio per questo viene trattato il concetto di salute in un’ottica antropologica e l’organizzazione dei sistemi sanitari in Paesi dove le risorse sono ridotte al minimo”.
L’esperienza di tirocinio permette ai giovani medici di mettersi in discussione in prima persona per capire se sono davvero in grado di sostenere prove di vita così difficili e se la loro vocazione è abbastanza forte da permettergli di operare in contesti problematici, complessi e spesso di guerra civile oltre che di difficoltà in senso strettamente sanitario.
“Medici Senza Frontiere è alla costante ricerca di chirurghi, anestesisti e ginecologi con esperienza, che intendano dedicare una parte del proprio tempo e della propria abilità a lavorare con risorse tecniche limitate in termini di farmacopea, presidi, diagnostica per immagini e di laboratorio”, dichiara Gianfranco De Maio, responsabile medico di MSF Italia. “Ma l’organizzazione vuole anche apportare il proprio contributo alla formazione di tali figure professionali in termini di elaborazione autonoma e di riflessione pratica. Da qui l’’idea di collaborare all’edizione di un Master in “Chirurgia tropicale e delle emergenze sanitarie”, mettendo a disposizione un “arsenale” di conoscenze vasto e in gran parte inedito nonché l’opportunità, irrinunciabile, di uno stage sul terreno sotto la guida di un chirurgo polivalente, che conferisce alla proposta formativa una patente di originalità”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA