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Martedì 10 DICEMBRE 2013
La sanità secondo l'Aiop, l'11° rapporto: "Milioni di italiani in fuga dalla sanità per colpa dei tagli e della crisi". Per fermarli serve "più" privato

Sempre meno risorse e il carico sui cittadini aumenta. Solo i ticket sono incrementati del 22% per visite e analisi e del 63% per i farmaci. E così sono sempre di più gli italiani che rinunciano o rimandano le cure. Che fare? Per l'ospedalità privata la ricetta è una: "Più soldi al privato convenzionato e meno all'ospedale pubblico e trasparenza nella gestione". LA SINTESI DEL RAPPORTO

Nel corso del 2013 in Italia 5,5 milioni di famiglie hanno rinunciato o rimandato le cure dentarie, 4,7 milioni di famiglie hanno rimandato o rinunciato a visite specialistiche e 2,9 milioni di famiglie hanno rimandato o rinunciato a esami di laboratorio. E’ quanto segnala l’11° rapporto ‘Ospedali & Salute’ dell’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) che è stato presentato oggi a Roma.

Lo studio evidenzia poi che l'intervento economico prolungato sulla spesa pubblica ha portato e sta portando a una stretta progressiva sul fronte dei pazienti che assume aspetti molteplici: la lievitazione dei ticket sanitari (22% dal 2009 al 2012) per la diagnostica e le visite specialistiche, l'aumento dei ticket dei farmaci (63% dal 2009 al 2012), l'incremento del ricorso al pagamento delle prestazioni intramoenia (51% dal 2011 al 2012), la lievitazione delle addizionali Irpef regionali (dal 2009 al 2012 ha toccato punte del 77%).

L’analisi contiene però anche proposte operative per migliorare il quadro del Ssn- Secondo Aiop, “se dalla spesa per gli ospedali pubblici si potessero eliminare 4 miliardi di inefficienze, si scenderebbe da 52,7 miliardi a 48,1 miliardi, mentre se quella per i privati accreditati aumentasse da 8,9 miliardi a 10,6 miliardi, si arriverebbe ad una spesa complessiva di 58,7 miliardi, invece degli attuali 61,6, con un risparmio del 4,6% rispetto ad oggi”.

Aiop denuncia quindi che è in atto un “lento processo di erosione del nostro sistema sanità, un sistema che rappresenta un patrimonio non solo in termini strutturali, ma anche in termini di servizi e professionalità che operano nel complesso ospedaliero, a cui si aggiunge l'insieme di dotazioni e attività nel campo scientifico e tecnologico”.

Il Ssn è infatti caratterizzato da 211.000 posti letto (70% ospedali pubblici, 30% ospedali privati accreditati), 1.125 strutture ospedaliere che producono 67,9 milioni di giornate di degenza, 650.000 addetti e da 14 milioni di pazienti che ogni anno entrano in una struttura ospedaliera, insieme ai parenti e agli accompagnatori. E con una spesa ospedaliera pubblica pari a 61,6 miliardi di euro, in un quadro generale di spesa sanitaria che risulta la più bassa (7% del PIL), rispetto alla media dei paesi Ocse (7.8% del PIL) e dei paesi G7 (8% del PIL), “diventa sempre più difficile sostenere il sistema e purtroppo, l'idea che le inefficienze sanitarie delle Regioni si possano affrontare riducendo il flusso di denaro resta radicata, al punto che il Documento di Economia e Finanza 2013 ipotizza una discesa della spesa sanitaria pubblica dal 7,1% del PIL del 2012, al 6.7% del PIL nel 2017”.

Tuttavia non mancano anche i segnali positivi. Oggi, per la prima volta “dopo una lunga stagione di tagli lineari, possiamo dire che il disinvestimento in sanità sembra essersi fermato: nessuna manovra di cassa potrà mai garantire efficientamento e riqualificazione quanto potrà farlo un processo di profonda riforma strutturale del sistema”.

Secondo Aiop sono due le strade principali da seguire in questo percorso riformatore: la prima è il riconoscimento di un finanziamento equo per tutti gli operatori, pubblici e privati, dove questi ultimi, che rappresentano il 27,3% dell'attività complessiva, costando però solo il 14,4% della spesa totale, sono soggetti a una sottotariffazione del 20% circa rispetto agli ospedali pubblici, che beneficiano tra l'altro del contributo da parte delle Regioni per ripianare i disavanzi di bilancio, colmando quindi le sacche di inefficienza. La seconda consiste nell'inserire una forte dose di trasparenza e semplificazione nella gestione dei sistemi sanitari regionali, a partire dalla compilazione obbligatoria di bilanci trasparenti e confrontabili per tutti gli ospedali pubblici.

"Assicurato un finanziamento equo e misurabile – afferma il presidente Aiop Gabriele Pelissero – in relazione alla qualità e alla quantità delle prestazioni erogate, sarà finalmente possibile dare un vero contenuto al principio di responsabilità degli amministratori e contemporaneamente ridurre i vincoli burocratici che limitano l'autonomia manageriale. Nei mesi a venire seguiremo le proposte della seconda spending review – conclude – nell'auspicio che, in accordo con il ministro Lorenzin, si possa attivare un risparmio tutto interno al sistema per liberare risorse che in esso devono essere reinvestite".

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