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Giovedì 05 DICEMBRE 2013
Caso Orbetello. Gli ispettori e l’uso improprio della documentazione dei sistemi di segnalazione
Solo regole e procedure precise, che definiscano il ruolo degli ispettori ministeriali e il corretto uso dell’audit clinico, possono risolvere il problema,
riavvicinando gli operatori sanitari ai sistemi di segnalazione. Condividiamo la proposta dell’assessore Marroni. La sicurezza delle cure non può attendere
La bufera seguita alle ispezioni del Ministero della Salute a seguito della morte di una giovane ragazza presso l’Ospedale di Orbetello ripropone la questione della tutela degli operatori sanitari nell’ambito dei sistemi di segnalazione degli eventi avversi. Sino a oggi non ancora affrontata a livello politico.
Numerose sono le norme a livello europeo e nazionale che introducono nei servizi sanitari i sistemi di segnalazione degli eventi avversi. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità promuove da anni il principio, coerentemente ad altre istituzioni sanitarie, dell’importanza di segnalare gli eventi avversi per poter imparare dagli errori ed evitare che si ripetano.
I codici deontologici di FNOMCeO e IPASVI hanno ormai da tempo evidenziato il valore morale della segnalazione e valutazione degli errori al fine del miglioramento della qualità delle cure.
Nonostante tutto questo continua a verificarsi l’inopportuno uso a fini giudiziari della documentazione relativa ad audit clinici e audit per eventi significativi, consegnata direttamente da parte di organismi ispettivi aziendali o ministeriali (come nel caso di Orbetello) all’autorità giudiziaria o sequestrata direttamente dalla magistratura inquirente, con la speranza di acquisire prove utili all’indagine giudiziaria, nonostante che l’audit e la “mortality and morbidity review” costituiscano analisi effettuate col “senno di poi” e quindi non utilizzabili in sede giudiziaria.
E’ opportuno precisare che l’audit clinico e l’audit per eventi significativi, come si evince dal documento del Ministero della Salute del Maggio 2011, sono strumenti per l’analisi della pratica clinica e non certo pensati per svolgere inchieste ai fini della ricerca di responsabilità professionali. Il loro impiego non prevede l’uso di strumenti investigativi per la ricerca di responsabilità ma è fondamentale per migliorare la qualità e sicurezza delle cure.
Del resto la gestione del rischio clinico ha il dovere di evitare che l’evento avvenuto possa ripetersi e non si può certo aspettare la conclusione di un lungo iter giudiziario per mettere in sicurezza processi o ambienti.
E’ ovvio che l’uso improprio della documentazione derivante dall’utilizzo di questi strumenti è fortemente destabilizzante circa il loro impiego con effetti molto negativi sulla qualità e sicurezza delle cure dissuadendo, rispetto al loro uso in caso di eventi avversi, gli operatori sanitari.
Quanto avvenuto a Orbetello, ma già si erano verificati casi simili in altri servizi sanitari, ha bisogno di un chiarimento urgente. Solo regole e procedure precise, che definiscano il ruolo degli ispettori ministeriali e il corretto uso dell’audit clinico, possono risolvere il problema,
riavvicinando di nuovo gli operatori sanitari ai sistemi di segnalazione nei quali hanno sempre creduto ma che devono dare maggiori garanzie di tutela ai professionisti sul diritto di difesa.
A rimetterci alla fine è la qualità e la sicurezza delle cure e quindi i cittadini. Ci auguriamo che l’analisi svolta dagli ispettori del Ministero della Salute serva a introdurre subito dei miglioramenti alla sicurezza delle cure per evitare future tragedie piuttosto che individuare delle responsabilità dato che gli strumenti d’indagine utilizzati dalla magistratura hanno la capacità di riconoscere le stesse con specifica metodologia giuridica e medico legale.
Una buona proposta
La proposta che l’Assessore Marroni ha fatto al Ministro della Salute in una lettera sul caso di Orbetello è quello che gli operatori sanitari italiani si aspettano da tempo e a lui va il merito di averla formalmente presentata. L’auspicio di tutti è che il Ministro della Salute presenti quanto prima una norma in materia, la sicurezza delle cure non può attendere.
"Diritto alla giustizia e diritto alla salute non devono entrare in conflitto - dice -, emerge quindi la necessità di un chiarimento sulla materia a livello del quadro legislativo nazionale. La Regione Toscana ha già introdotto, in alcune delibere, provvedimenti a tutela dei sistemi di segnalazione, ma occorre una legge nazionale che sancisca la legittimità dei sistemi di reporting e learning e il loro utilizzo a fini esclusivi di analisi e miglioramento organizzativo: in sostanza, che regolamenti le procedure di utilizzo delle informazioni derivanti dalle inchieste interne".
Sergio Bovenga
Presidente Ordine dei Medici di Grosseto
Antonio Panti
Presidente Ordine dei Medici di Firenze
Carlo Palermo
Segretario ANAAO Toscana
Riccardo Tartaglia
Direttore Centro GRC Regione Toscana
Massimo Martelloni
Presidente Coordinamento medici legali aziende sanitarie
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