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Lunedì 25 NOVEMBRE 2013
Spending Review. Ancora tagli alla sanità, ma mai alla corruzione
In sanità altri risparmi sono ottenibili solo se si decide di incidere su quei costi di transazione inseriti per soddisfare gli appetiti dei politici e dei funzionari corrotti che applicano, più spesso di quanto si crede, una sovrattassa fissa del 10% su ogni appalto o fornitura
La posizione del Ministro Lorenzin è passata da una strenua difesa del Fondo Sanitario nazionale, di cui ha anche giustamente chiesto l’integrazione dei 2 miliardi dovuti, a quella di convinta sostenitrice dei tagli del Dottor Forbice, Carlo Cottarelli.
Una posizione ondivaga che conferma quanto avevo scritto al momento delle di lei dimissioni poi ritirate. Non si può condurre il ministero della Salute con il pilota automatico in cui la guida viene affidata a turno al Ministero dell’Economia, alle Regioni, alla burocrazia ministeriale o al revisore della spesa. Serve al contrario autonomia decisionale e questa è possibile solo se si hanno idee chiare su come deve procedere il rammordenamento del nostro Ssn.
Il finanziamento del Ssn ha ormai superato il livello di guardia e ulteriori tagli non sono neanche immaginabili. Il Dott Cottarelli ha invece un mandato in cui i risparmi complessivi ( 32 miliardi) sono stati quantificati a prescindere. Come lo stesso ha precisato nell’intervista concessa a Lily Gruber l’incarico a lui ricevuto è diverso dai precedenti proprio perché nel suo caso i tagli della spesa sono stati già predefiniti e questo obiettivo dovrà essere raggiunto volenti o nolenti.
Ora sulla sanità altri risparmi sono ottenibili solo se si decide di incidere su quei costi di transazione che non sono dovuti per remunerare le spese fisse e variabili dei fornitori e degli erogatori privati ma per soddisfare gli appetiti dei politici e dei funzionari corrotti che applicano, più spesso di quanto si crede, una sovrattassa fissa del 10% su ogni appalto o fornitura.
Perché il dott Cottarelli e la Ministra Lorenzin non dicono nulla sulla corruzione onnipresente in ogni settore della nostra economia e della PA? Non leggono forse i giornali in cui ogni giorno viene evidenziato un nuovo scandalo i cui protagonisti sono gli amici del quartierino di turno o gli arcinoti capitani coraggiosi delle vecchie e nuove privatizzazioni? Non sanno che la tanto decantata “mano invisibile del mercato” nel nostro Paese è una espressione verbale privo di qualsiasi valore perché le gare vengono vinte e sempre e costantemente dagli amici degli amici a prescindere da ogni valutazione di convenienza per l’amministrazione pubblica?
Una volta tanto mi piacerebbe sentire un revisore della spesa che ponesse come obiettivo primario quello di moralizzare le procedure di appalto e di acquisto della PA e che solo dopo aver raggiunto questo obbiettivo, si occupasse del resto. Forse in questo caso il vecchio linguaggio, tante volte udito, della razionalizzazione della spesa, della efficientizzazione del modello organizzativo, della realizzazione di economie di scala nella erogazione dei servizi e prestazioni etc. cesserebbe di essere un esercizio retorico a chi nessuno crede più.
Roberto Polillo
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