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Mercoledì 20 NOVEMBRE 2013
Genetica. L'ansia è donna? Alcune volte sì

Una ricerca italiana realizzata sull’anatomia cerebrale di centinaia di soggetti sani sembrerebbe dimostrare che l’effetto di una variante genetica che regola in eccesso i livelli di serotonina, ormone capace di modulare l'emotività, sia molto influenzata dal sesso.

L'ansia è nei geni. Soprattutto – sembrerebbe – in quelli delle donne. A dirlo è una ricerca dell’Istituto di scienze neurologiche del Consiglio nazionale delle ricerche (Isn-Cnr) di Catanzaro, coadiuvati da Gianfranco Spalletta dell’Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma sull’anatomia cerebrale di centinaia di soggetti sani: se negli ultimi anni le moderne neuroscienze hanno dimostrato che esiste una certa predisposizione nell’essere ansiosi, lo studio dimostra come questa caratteristica sia molto influenzata dal sesso. Le donne – o meglio, alcune donne – avrebbero infatti una diversa regolazione e livelli di serotonina maggiori rispetto agli uomini. Lo studio è stato condotto utilizzando le più avanzate metodiche di neuroimaging ed è stato pubblicato sulla rivista Social Cognitive and Affective Neuroscience. 
 
L’ansia è una normale emozione, che tutti gli esseri umani provano, e ha la funzione fondamentale di segnalare situazioni pericolose o spiacevoli, mediante le modificazioni fisiologiche prodotte dall’adrenalina che entra in circolo nel sangue. Entro certi livelli, dunque, l’ansia è necessaria in quanto ci consente di affrontare situazioni temute e stressanti. Se però supera certi limiti, può diventare anche la base per lo sviluppo di disturbi quali attacchi di panico e fobie.
Nello sviluppo degli stati di inquietudine, giocherebbe però un ruolo particolare una variante del gene 5-Httlpr, che regola l’espressione della serotonina, che causa al soggetto portatore un aumento della quantità di questo neurotrasmettitore, capace di modulare i comportamenti emotivi. Una variante presente in alcune delle donne che hanno preso parte allo studio. “L’obiettivo di questa ricerca era scoprire l’esatta interazione tra predisposizione genetica e sesso e studiare più a fondo le basi neurobiologiche dell’ansia ma soprattutto se esiste un biomarcatore cerebrale implicato nella patologia affettiva”, afferma Antonio Cerasa, ricercatore dell’Isn-Cnr di Catanzaro. “Quello che abbiamo scoperto è che le donne portatrici della variante genetica che conferisce una dis-regolazione della serotonina sono più ansiose degli uomini e questa predisposizione si manifesta, a livello neurobiologico, con un’alterata anatomia di una regione chiave nella regolazione dell’emozione: l’amigdala”. 
Il ruolo di questa piccola regione cerebrale è già ben noto in ambito clinico: “Pazienti affette da disturbi psichiatrici con base ansiosa (bulimia nervosa, disturbi antisociali), sono caratterizzate da alterazioni a livello anatomico e funzionale di quest’area”, conclude il ricercatore. “Grazie ai risultati di questo studio è possibile immaginare che un giorno, non molto lontano, con un semplice esame del sangue e una risonanza magnetica, sarà possibile individuare le persone che possono avere una più marcata vulnerabilità allo sviluppo di comportamenti patologici”.  

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