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Lunedì 28 OTTOBRE 2013
Lazio. Condannato a quattro anni l’ex assessore alla sanità Marco Verzaschi

Il reato contestato dai giudici di primo grado del Tribunale di Roma è induzione indebita a dare o promettere utilità, nell’ambito del procedimenti nati dallo scandalo sulla sanità del Lazio. Comminata una pena di 4 anni, di cui tre condonati per l’indulto. La Procura aveva chiesto 8 anni.

È stato condannato a 4 anni di reclusione, di cui tre condonati per l’indulto, l’ex assessore alla sanità della Regione Lazio nella giunta Storace, Marco Verzaschi. È quanto ha stabilito oggi la quarta sezione penale del Tribunale di Roma. Il reato contestato dai giudici non è più quello di concussione ma di induzione indebita a dare o promettere utilità (secondo quanto previsto dall'articolo 319 quater del codice penale), nell’ambito del procedimenti nati dallo scandalo sulla sanità del Lazio.  
 
Per questa vicenda, Verzaschi, è stato interdetto per 5 anni dai pubblici uffici e si dimise da sottosegretario alla Difesa del governo presieduto da Romano Prodi. Finì ai domiciliari perché accusato di avere intascato 200mila euro dall’imprenditore Renato Mongillo, titolare della Security Service (parte civile). Quest’ultimo avrebbe versato a Verzaschi il denaro nella primavera del 2004 per accelerare la procedura di aggiudicazione di un appalto per la messa in sicurezza dell’ospedale San Giovanni, nonostante la società si fosse già aggiudicata l’appalto    
 
Nei confronti di Verzaschi la procura aveva sollecitato una condanna a 8 anni di reclusione. Il tribunale ha invece dichiarato prescritto l’episodio di corruzione contestato a Verzaschi per somme di denaro (circa 200mila euro) che Anna Iannuzzi, nota come ‘Lady Asl’ gli avrebbe consegnato per l’autorizzazione all’apertura della casa di cura privata Centro Romano San Michele. 
 
In merito alla sentenza l’avvocato Fabrizio Lemme, difensore dell’ex assessore, ha annunciato ricorso in appello.

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