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Mercoledì 16 OTTOBRE 2013
I pazienti sognano nuove tecnologie, più farmaci e diagnosi veloci
Lo rileva un'indagine Doxa sulla sanità del futuro. "Nuove tecnologie per monitorare il decorso della malattia" è quel che chiede l'88% degli italiani. l'80% vuole “l’aumento e la varietà dei farmaci disponibili” e il 77% “diagnosi più veloci”. Ma solo il 34% confida su “un solo farmaco in grado di curare più patologie”.
Nell’era digitale, della comunicazione “mordi e fuggi” e dell’informazione “fai da te”, per saperne di più sulla propria salute gli italiani navigano su internet, ma alla fine si fidano sempre e comunque dei consigli del proprio medico e del farmacista. E auspicano per se stessi e per i propri familiari un farmaco sempre più “tailor made”, ovvero disegnato sulle necessità di cura di ciascuno. Chiedono al ‘sistema salute’ innovazione sempre maggiore che porti a una semplificazione e a una personalizzazione dei percorsi di cura. Prevenzione e accessibilità risultano inoltre tra le principali aspettative dei pazienti. Nonostante le preoccupazioni legate alla situazione economica attuale, la maggioranza degli italiani (81%) ha fiducia nel futuro della sanità.
Questi alcuni degli aspetti emersi dalla ricerca quali/quantitativa di Doxa dal titolo “I percorsi di cura del futuro” commissionata da Teva Italia e presentata oggi a Milano.
Le speranze dei pazienti vanno nella direzione di percorsi di cura in grado di “monitorare il decorso della malattia con nuove tecnologie” (88%), “velocizzare la diagnosi” (77%), fare in modo che “un solo farmaco sia in grado di curare più patologie” (34%) e “aumentare il numero e la varietà dei farmaci disponibili "(80%). Chi conosce il generico, perché è informato e lo ha provato, lo sceglie di nuovo. E la conoscenza dei generici porta il 68% dei cittadini ad affermare che “i farmaci generici hanno reso accessibili cure e terapie che prima non tutti si potevano permettere”. Tra coloro che hanno già provato un farmaco equivalente e ne hanno avuto un’esperienza positiva (77%), il 73% è propenso all’uso dei medicinali generici e il 70% è favorevole alla loro diffusione.
Ma resta ancora un po’ di confusione nei confronti dei farmaci equivalenti, sia per quanto riguarda la tollerabilità del farmaco a seconda degli eccipienti che questo contiene, sia per l’errata convinzione che “vadano bene per i disturbi banali, ma siano meno adatti alle malattie importanti”.
“Un ruolo fondamentale di consiglio e di informazione è quello svolto dal medico e dal farmacista. Il medico rimane un punto di riferimento per il paziente perché garantisce attenzione e ascolto fornendo una prima risposta ai suoi bisogni di salute. Proprio per questo è in grado di influenzare fortemente l’opinione del paziente, anche in merito agli equivalenti”, spiegano gli esperti che hanno svolto l’indagine, aggiungendo che “il farmacista molto spesso è chiamato a fornire ulteriori informazioni sul farmaco prescritto dal medico (es. posologia o modalità di assunzione), è tenuto a proporre l’alternativa generica. La positiva percezione degli equivalenti da parte del farmacista si riflette sulla frequente proposizione ai pazienti di questa alternativa”.
Alla luce di questa fotografia scattata da Doxa, le case farmaceutiche, secondo gli intervistati, dovrebbero contribuire ad aumentare l’informazione sul generico, attraverso la promozione di campagne informative sulle caratteristiche dei farmaci equivalenti (secondo il 56%) e la diffusione di dati e informazioni per provare la reale efficacia di questi medicinali. Il 56% dei cittadini concorda sul fatto che l’utilizzo più diffuso dei farmaci generici consentirebbe di ridurre la spesa sanitaria per l’acquisto dei farmaci, permettendo di risparmiare e di investire nei nuovi percorsi di cura.
“Informazione e comunicazione sono due parole chiave per Teva per guardare al futuro insieme al paziente che è sempre al centro del nostro impegno quotidiano - commenta Hubert Puech d’Alissac, AD di Teva Italia - perché solo attraverso una corretta informazione il paziente può avere una maggiore consapevolezza del percorso di cura individuato insieme al proprio medico e anche del fatto che una corretta gestione delle risorse permette una reale sostenibilità del sistema salute. Teva è cosciente dell’importante ruolo che è in grado di assumere nel sistema salute, fornendo sia farmaci equivalenti, sia attraverso ricerca e sviluppo di nuove opzioni terapeutiche: farmaci innovativi ma anche nuovi dosaggi o formulazioni di farmaci già in commercio, che siano in grado di rispondere meglio alle esigenze dei pazienti aumentandone la compliance.”
Ciò che chiedono i cittadini al “sistema salute” è la continua evoluzione. “La ricerca conferma la tendenza verso un modello futuro di Sanità in cui si affermerà l'esigenza di "fare rete" attraverso un’efficace collaborazione interprofessionale tra gli attori che fanno parte del settore (medici, farmacisti e strutture sanitarie) insieme alla società civile - commenta Claudio Distefano, Presidente Fenagifar -. In questo senso, potranno avere un ruolo strategico i farmaci equivalenti, che rappresentano uno strumento utile a generare un meccanismo virtuoso di riduzione della spesa sanitaria pubblica, garantendo un eguale livello di qualità delle cure per i cittadini. Inoltre viene riconosciuto che, grazie a una maggiore interazione tra farmacista e paziente, soprattutto riguardo all'interpretazione e alla spiegazione del farmaco prescritto e la verifica della corretta posologia si possa migliorare la compliance, e quindi, l'efficacia della cura, con il farmaco equivalente”.
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