quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Sabato 28 SETTEMBRE 2013
Def 2013. Lala (Sumai): “Sciogliere le ambiguità del documento”

“Vi è un po’ il tutto e il contrario di tutto. Ravviso sempre quel ‘modus agendi’ che vede la politica sanitaria inquadrata sempre e solo in un contesto e in chiave economica”. E rilancia: “È il momento di fare delle scelte, a partire dalla riorganizzazione della sanità territoriale, che ricordo è prevista dalla legge”. Altri tagli improponibili.

Non è convinto del Def il segretario del Sumai-Assoprof, Roberto Lala che spiega come accanto a “buone intenzioni e programmi” vi siano pure “troppe ambiguità”. “Manca un indirizzo certo di politica sanitaria”. E poi: “Altri tagli sono improponibili. Il comparto sanità in questi anni ha già dato e scendere ancora più in giù vorrebbe veramente dire lo sfacelo”.
 
 
Dottor Lala, come giudica la nota di aggiornamento del Def? La spesa sembra sotto controllo ma sembra che il pubblico si voglia ridurre in ogni caso.
Devo dirlo onestamente: questo Def non mi convince proprio. Nel senso che nel testo vi è un po’ il tutto e il contrario di tutto. Si parla di mantenere i capisaldi del Ssn, e questo è un bene, e poi al contempo si dice che occorre un modello di assistenza finalizzato a garantire prestazioni non incondizionate, che quantomeno è un’espressione che si presta a molte interpretazioni. E poi, ravviso sempre quel ‘modus agendi’ degli ultimi anni che vede la politica sanitaria inquadrata sempre e solo in un contesto e in chiave economica. Ma la salute non è solo un parametro valutabile con il rapporto costo/efficacia.
 
Cosa pensa dell’idea di fornire ‘prestazioni a chi ne ha ‘veramente bisogno’ e sul fatto che bisogna‘selezionare offerta’?
Già oggi vi è una selezione. E mi riferisco a tutta la spesa out of pocket che già si sobbarcano i cittadini tra ticket e tasse. Il punto è che oggi è da cambiare il sistema della compartecipazione in chiave più equa. Ma soprattutto credo sia venuto il momento di fare delle scelte, a partire dalla riorganizzazione della sanità territoriale, che ricordo è prevista dalla legge.
 
Si è parlato anche di sanità integrativa. Come valuta il tema?
Onestamente non ho pregiudizi, ma per quanto riguarda la gestione delle cronicità il nostro Ssn, se ben riorganizzato, più soddisfare pienamente i bisogni di salute dei cittadini. Non si può continuare ad aggiungere pezzi al sistema, senza averlo prima ridiscusso con tutti gli attori. Altrimenti si crea solo caos.
 
In cosa crede ‘difetti’ quindi questo Def?
Manca un indirizzo certo di politica sanitaria. Come dicevo il documento rappresenta una summa di buone intenzioni e programmi, penso alla prevenzione, ma che sembrano essere un collage senz’anima e con troppe ambiguità. Troppe volte abbiamo letto in questi anni documenti ricchi di buoni propositi ma che poi vengono costantemente traditi nella realtà. E poi credo sia doveroso a questo punto un chiarimento su quegli aspetti nebulosi che tanto allarme stanno creando, sia all’interno della categoria che in tutto il ‘pianeta sanità’.
 
Si punterà sulla lotta agli sprechi. Pensa sia realistico recuperare ulteriori risorse?
È chiaro che annunciare una seria lotta agli sprechi è sempre positivo, ma mi chiedo se già non siamo arrivati al fondo del barile. Credo che oltre agli sprechi, sia necessario puntare su di un controllo maggiore dell’allocazione delle risorse e soprattutto potenziare gli strumenti per combattere la corruzione e il malaffare.
 
I conti pubblici sembrano non tornare (sforamento 3% deficit/pil e poi Imu e Iva). Si rischiano nuovi tagli nonostante le promesse che non vi sarebbero stati?
Altri tagli sono improponibili. Il nostro auspicio è che i ministri confermino quanto più volte annunciato, ovvero niente tagli. Il comparto sanità in questi anni ha già dato e scendere ancora più in giù vorrebbe veramente dire lo sfacelo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA