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Giovedì 28 OTTOBRE 2010
Certificati on line: sanzioni gestite dalle Asl

La riunione di oggi tra rappresentanti del ministero della Salute, sindacati medici e Fnomceo pare sempre più orientare verso una gestione delle sanzioni, e degli esoneri, da parte delle Asl.

L’incontro di oggi al ministero della Salute del tavolo tecnico per i problemi relativi alla certificazione informatizzata per i periodi di malattia dei lavoratori pubblici, sembra aver prodotto buoni frutti. Per il ministero hanno partecipato Rossana Ugenti, responsabile per l’informatizzazione, e Giovanni Leonardi, direttore generale per le professioni sanitarie. Presenti i rappresentanti della Fnomceo e dei principali sindacati medici della dipendenza e della convenzionata.

Le diverse organizzazioni sindacali mediche hanno esposto tutte le criticità rivelatesi nell’applicazione della procedura informatizzata, in rapporto ai diversi profili professionali: il problema della certificazione nei Pronto Soccorso; il problema relativo alle “continuazioni”, ovvero al protrarsi di malattie certificate da altri medici; l’eccessiva vulnerabilità del sistema con pin e password, dove il pin corrisponde al codice fiscale del medico.
Amedeo Bianco ha riproposto la posizione già espressa dalla Fnomceo, che pare trovare disponibilità anche da parte del ministero: le situazioni di esonero dalle sanzioni, necessarie per tutelare i professionisti nei casi in cui il sistema si sia rivelato non utilizzabile, non possono essere definite a livello centrale, ma devono essere gestite dalle singole Asl, almeno fino a quando il sistema non sia pienamente a regime. “Avere interlocutori del ministero della Salute – ha dichiarato Guido Marinoni a Quotidiano Sanità – rende senz’altro più positivo il confronto, con l’obiettivo comune di poter davvero avere un sistema efficiente”.

Soddisfatto il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Massimo Cozza: “Finalmente, dopo un anno, i sindacati sono stati ricevuti e ascoltati”. Il clima dell’incontro, ha detto Cozza a Quotidiano Sanità, “è stato collaborativo” e ha permesso alle organizzazioni mediche di esporre “tutte le difficoltà tecniche che per tanti mesi abbiamo potuto denunciare solo attraverso comunicati stampa”.
Il leader della Fp Cgil Medici ha voluto ribadire come l’obiettivo della certificazione online sia “condiviso”. “Ci sono però delle evidenti difficoltà tecniche e vanno superate. Marciamo insieme, seguendo due stelle polari: non danneggiare il lavoro del medico e garantire l’assistenza ai cittadini”.

In particolare, nel corso dell'incontro si è parlato di “studiare un meccanismo per far sì che i dati che già i medici immettono oggi nei sistemi informatici dei Pronto Soccorso arrivino, in caso di certificazione di malattia, direttamente al sistema telematico senza bisogno di ulteriori passaggi da parte del medico”. Inoltre, ha spiegato Cozza, le parti hanno concordato sulla necessità di evitare sanzioni, anche dopo il 31 gennaio, per quei casi in cui l’invio telematico non avvenga a causa di difficoltà tecnici, come nel caso di aree sprovviste di banda larga.
“È stato un passo importante per la risoluzione delle criticità”, ha affermato Cozza spiegando che “da oggi, il percorso per trovare le soluzioni migliori, sarà continuato insieme”.

Sulla stessa linea, Angelo Testa. “È giunto finalmente il momento del confronto e del dialogo, impossibile con il Ministro Brunetta, il primo passo utile e necessario alla reale soluzione dei problemi. Da sempre lo Snami ha dichiarato di non essere contrario alle innovazioni tecnologiche, ma che le stesse dovevano essere condivise da tutti”, ha dichiarato Testa spiegando che “grande disponibilita’ e’ stata manifestata da parte della delegazione del ministero della Salute”. Secondo il presidente delle Snami, oltre all’esenzione dall’obbligo per i medici che per motivi tecnici siano impossibilitati alla trasmissione, “dovrà essere mantenuta una percentuale di cartaceo per le visite a domicilio e per gli imprevisti”, eliminando dal certificato la voce “reperibilita’". “Il medico non può assumere per ovvii motivi la responsabilità di tale indicazione”. Testa ha infine raccontato che, nel corso della riunione, il presidente della Fnomceo, Bianco, ha proposto che il medico dovrà esprimere solo la prognosi biologica, “sarà poi l’Inps a definire quella lavorativa”.
 
Più critici i rappresentanti della delegazione Anaao Assomed, Giorgio Cavallero e Sandro Petrolati, che hanno evidenziato quali sono le non poche problematiche presenti nel sistema che potrebbero riverberarsi negativamente sia sul lavoro dei medici nei Pronto soccorso,  sia sui pazienti. Per i primi si prospetterebbe un aggravio del lavoro con un allungamento dei tempi di assistenza, calcolati a regime, dai 7 ai 10 minuti. Una crescita determinata dalla compilazione alla trasmissione del certificati che di conseguenza porterebbe anche ad un allungamento delle attese per i pazienti. “Per ovviare a questo problema – ha detto a Quotidiano Sanità, Petrolati – saremmo costretti ad ampliare gli organici. Un’alternativa in questo momento storico non praticabile”. E ancora, anche dal punto di vista della sicurezza, il sistema fa acqua da tutte le parti, e non consente, per problemi di violazione della privacy, di accedere allo “storico” del paziente.
 
Riccardo Cassi, presidente della Cimo-Asmd riconosce che “si è fatto un piccolo passo in avanti, il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha mantenuto la promessa convocando i sindacati dei medici, ma ora è necessario che anche le Aziende e le Regioni seguano il suo esempio e facciano lo stesso”. Il sindacalista si dice soddisfatto anche se chiede più collaborazione: “Siamo soddisfatti che si siano attivati tre tavoli tra ministeri e Regioni per esaminare gli aspetti tecnico- funzionali, gli aspetti organizzativi e gli aspetti sanzionatori ma ci chiediamo perché da quei tavoli siano stati esclusi i rappresentanti dei medici, cosa che la Cimo aveva già sollecitato a fine agosto. Per risolvere le criticità specifiche dei medici dipendenti occorrono misure organizzative ad hoc che non possono essere prese senza la collaborazione di chi, tutti i giorni, lavora a stretto contatto con i bisogni delle persone che si rivolgono al Ssn”. “Sono le aziende – ha concluso Cassi - , come abbiamo ribadito più volte, che devono fornire gli strumenti necessario all’invio telematico dei certificati e mettere i medici in condizione di lavorare e di assistere i pazienti nel modo più adeguato”.

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