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Mercoledì 18 SETTEMBRE 2013
Puglia. Educazione alimentare. La Regione fa il punto sulle iniziative intraprese

“Fare educazione alimentare nelle scuole per un anno e poi non farla più, non serve a niente. Dobbiamo rendere permanenti i nostri progetti”. Con queste parole il governatore ha presentato il catalogo sulle esperienze realizzate dalla Regione per la promozione attiva della salute nelle scuole.

“Noi dobbiamo rendere strutturati a regime questi interventi. Fare educazione alimentare per un anno e poi non farla più, non serve a niente. Fare per un anno educazione stradale e poi non farla più, non serve a niente. Noi dobbiamo rendere permanenti i nostri progetti”. Lo ha detto ieri il Presidente della Regione, Nichi Vendola, presentando, insieme con le assessore regionali alle Politiche per la Salute, Elena Gentile e al Diritto allo Studio, Alba Sasso, il catalogo sulle esperienze realizzate dalla Regione Puglia per promuovere modelli positivi e corretti stili di vita da seguire, per la promozione attiva della salute nelle scuole.
 
“Noi non dobbiamo agganciare una tendenza alla moda - ha aggiunto Vendola - noi dobbiamo sapere che la riforma della scuola consiste nella rottura permanente della separazione tra la scuola e il territorio, nella capacità di offrire ai più piccoli tutti gli strumenti cognitivi e critici per sapersi orientare senza sentirsi prigionieri di un labirinto. Questi corsi devono sempre di più diventare un pezzo fondamentale della ordinaria attività didattica. Sono un vantaggio complessivo per tutti noi”.
 
Il governatore ha poi ricordato che il 16% dei bambini pugliesi è malato di obesità. “Occorre educare i bambini in modo tale che a loro volta possano diventare educatori delle loro famiglie - ha aggiunto - si tratta di mettere in discussione stili di vita che sono ad alto rischio e che comportano, dopo, dei costi sociali ed economici molto onerosi da parte delle pubbliche amministrazioni”.
Per Vendola “il mondo sarà salvato dai bambini se soltanto sapremo accorgerci della loro umanità e sapremo rivolgerci a loro con attenzione e non con fastidio perché loro sono il seme del nostro futuro”.

Marzia Caposio

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