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Martedì 06 AGOSTO 2013
Sicilia. Muore di parto dopo ritardi elisoccorso. Borsellino avvia ispezione

Dopo un cesareo che era già costato la vita al bambino, sono emerse complicazioni per la donna. La mancanza di posti negli ospedali vicini e un guasto al mezzo del 118 hanno determinato il tragico epilogo. 

Dopo un cesareo d’urgenza, che non è servito a evitare la morte del bambino, emergono gravi complicazioni anche per la madre. Manca però l’elisoccorso e non ci sono posti disponibili in rianimazione negli ospedali tra Enna, Caltanissetta e Catania. Una vicenda drammatica, che ieri è costata la vita a una donna quarantenne, assistita presso la struttura di Basilotta di Nicosia (Enna). E immediata è arrivata la denuncia dei familiari. Per mettere luce su questa tragedia, oggi l’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, ha avviato un’ispezione, chiedendo di verificare le modalità dell’assistenza erogata a Nicosia e sulle successive tappe che hanno portato al decesso della donna.

"E' necessario fare immediatamente chiarezza su quanto verificatosi – ha sottolineato Borsellino - al fine di accertare tutti i fattori che hanno concorso al determinarsi dell'evento, compresi eventuali profili di responsabilità". Una vicenda surreale, poiché oltre alla mancanza di posti negli ospedali più vicini, si è poi aggiunto un guasto al mezzo del 118 che ha ritardato l’arrivo a Sciacca dove la donna è morta subito dopo il ricovero. Nulla ha funzionato e per questo Il deputato del Pd, Fabrizio Ferrandelli ha presentato. “Occorre - dice - accertare tutte le responsabilità e verificare se ci sono stati ritardi o errori imputabili ai servizi o alle strutture sanitarie siciliane. Sta di fatto che questa tragica vicenda ci invita tutti a riflettere, ancora una volta, sull’importanza dei punti nascita soprattutto nelle aree marginali della Sicilia distanti dalle grandi strutture ospedaliere. Per questo ribadisco il mio no - aggiunge Ferrandelli - alla chiusura del punto nascita di Petralia Sottana e di tutte quelle aree marginali molto distanti dalle grandi strutture ospedaliere siciliane”.  
 

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