quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Lunedì 15 LUGLIO 2013
Gli infermieri e il viaggio di Mosè
Gentile Direttore,
gli infermieri sono alla ricerca della propria terra promessa e dalle lettere che riceve sembra proprio che si siano messi in viaggio. Non mi sorprende, gli infermieri da almeno 20 anni sono in viaggio (il Mosè biblico viaggiò per 40 anni) ed ancora la meta tanto ambita non sono riuscita a trovarla: di chi la colpa? Nessuna colpa, se ci fossero colpevoli oggi, con le moderne tecnologie avremmo già individuato i colpevoli, probabilmente sarebbero stati condannati ed tutti noi infermieri avremmo raggiunto la terra promessa.
Il fatto ineluttabile che non c’è alcun colpevole e che forse tutta la colpa, se di colpa dobbiamo parlare, è nella stessa classe infermieristica che ancora non ha avuto il coraggio di emanciparsi sul serio, forse per fatica, forse per convenienza. Cambiare costa, cambiare non è un gioco, cambiare comporta assumersi la responsabilità di sapere, saper essere e di sapere fare, l’unione dei 3 saperi è saper divenire e noi lo abbiamo dimenticato.
Il saper divenire è quella sfera in cui la formazione, l’autoformazione, la ricerca diventano la base per coltivare, annaffiare e curare gli altri saperi. Senza il divenire gli infermieri rimangono bloccati dentro il loro mondo, senza la possibilità di muoversi. A chi mi chiede cosa ha la classe medica più di noi, rispondo semplicemente “la ricerca”. Non accetto di scendere nel campo della contrapposizione politica, di potere o di classe, con i miei colleghi medici preferisco confrontarmi sulla ricerca. Ogni paziente ha il diritto di essere curato con le migliori linee di indirizzo medico? Allora ogni paziente ha il diritto di essere assistito con le migliori linee di indirizzo infermieristico!
Se non si implementa la ricerca non si implementa il sapere divenire e senza il divenire tutti i nostri saperi rimangono bloccati dentro la stagnazione di questi ultimi anni. Stiamo stagnando colleghi, se non vediamo lo stallo del nostro viaggio come pensiamo di poter tornare a camminare?
Ma la ricerca da sola non basta, ovvio, servono le competenze e noi alla parola competenza spesso associamo la conoscenza scientifica, la capacità tecnica. Dobbiamo impadronirci delle competenze trasversali senza le quali come possiamo dirci professionisti? Gli infermieri spesso sono convinti che la tecnica e la conoscenza ci rendono indipendenti, errore, ciò che può realmente renderci indipendenti sono le competenze trasversali ossia la capacità di:
DIAGNOSTICARE: Capacità di analisi critica di problemi o situazioni e di pianificazione di comportamenti attraverso la prefigurazione di conseguenze possibili e la valutazione dei risultati ottenuti.
AFFRONTARE: Capacità di mettere in atto strategie di fronteggiamento di situazioni critiche, di controllare reazioni emotive e gestire sentimenti di stress.
RELAZIONARSI: Capacità di modulare la comunicazione e i comportamenti, tenendo conto della specificità dell'interlocutore; di gestire relazione simmetriche e asimmetriche e lavorare in gruppo.
Abbiamo l’abitudine di delegare ad altri la nostra professionalità.
Impadronirsi di noi come professionisti comporta un impegno quotidiano, comporta non correre per uscire dal lavoro ma chiedersi come si può migliorare il nostro lavoro. Comporta non pretendere che siano altri a cambiare le cose ma essere i protagonisti di quel cambiamento.
Dobbiamo pretendere di più ma per pretendere bisogna essere disposti a dare.
Non posso pensare che 1000 infermieri cambino le cose in meglio per 400000 colleghi, non è una strada percorribile. Fino a quando le cose saranno 1:400 non abbiamo alcuna speranza, qualcuno mi dica che mi sto sbagliando
Piero Caramello
Infermiere
© RIPRODUZIONE RISERVATA