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Venerdì 12 LUGLIO 2013
Formazione: Crimì (PD): “Più borse ed esame nazionale per gli specializzandi”
Il deputato chiede di aumentare il numero delle borse di specializzazione e introdurre “un esame con graduatoria nazionale per cambiare l'attuale modello”. Solo così si supera quel collo di bottiglia rappresentato dalla scarsità di borse che non permette il ricambio generazionale per i medici.
Il numero di laureati in medicina ogni anno è superiore rispetto alle borse di specializzazione messe a disposizione sia dalle Regioni che dallo Stato. Un medico però per lavorare ha bisogno di una specializzazione. La scarsità di borse determina dunque una strettoia che impedisce il naturale ricambio generazionale per i medici.
È alla base di questo ragionamento che il deputato del Partito Democratico, Filippo Crimì, insieme ad altri colleghi, tra i quali, Donata Lenzi, capogruppo in commissione Affari sociali, Maria Coscia, capogruppo in commissione Cultura e Daniela Sbrollini, Vicepresidente in commissione Affari sociali, hanno presentato a Montecitorio un’interrogazione per chiedere “che lo Stato e le Regioni aumentino il numero delle relative borse e che si introduca un esame con graduatoria nazionale per cambiare l'attuale modello troppo localistico, condizionato e non confacente ad un sistema sanitario moderno”.
“Ogni anno – spiega Crimì – si laureano circa 8000 studenti di medicina, ossia un numero pari al fabbisogno di specialisti stimato dal Ssn ma nettamente superiore rispetto alle borse di specializzazione stanziate da Regioni e Stato (quest’anno 5800 circa). Come noto un medico per lavorare nel Ssn deve essere specializzato, quindi la scarsità di borse rappresenta un collo di bottiglia che non permette un adeguato ricambio generazionale per i medici”.
Il rischio per Crimì è che “la diminuzione degli Specialisti potrebbe peggiorare l'efficienza del Ssn, mettendo a rischio la tutela della salute dei cittadini italiani."
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