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07 LUGLIO 2013
Varese. Effettuato il primo autotrapianto in Italia con tecnica a fluorescenza
Il paziente cinquantenne che per primo si è sottoposto ad autotrapianto tramite l’innovativa tecnica – che permette di aumentare i margini di sicurezza dell’intervento – era affetto da un aneurisma dell’arteria renale. Ora sta bene, il rene è funzionante e il paziente verrà presto dimesso.
Sta bene il primo paziente in Italia che si è sottoposto a un intervento di autotrapianto di rene effettuato tramite "tecnica a fluorescenza", ossia, con l'uso di un fascio di luce che permette di identificare i vasi sanguigni rendendo l'intervento più sicuro. Il rene re-impiantato è perfettamente funzionante, e il paziente – un cinquantenne affetto da una rara dilatazione dell’arteria renale – sarà dimesso a breve.
L’intervento - durato oltre dodici ore - è stato effettuato all’Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi di Varese da due équipe chirurgiche dell’Università dell’Insubria. La metodica usata permette di identificare con uno speciale fascio di luce le strutture vascolari e confermare la corretta vascolarizzazione del rene, aumentando così i margini di sicurezza della procedura.
L’intervento prevedeva tre fasi: la prima - eseguita dal professor Luigi Boni, direttore del Centro di ricerche in Chirurgia Mini-Invasiva dell’Università dell’Insubria e dirigente medico presso la Chirurgia Prima del Circolo - consisteva nel prelievo laparoscopico del rene destro del paziente, con tecnica mini-invasiva attraverso quattro piccole incisioni addominali. Nella seconda fase il dottor Matteo Tozzi, ricercatore dell’Università dell’Insubria, e il professor Giulio Carcano, responsabile dell’Unità Semplice dei Trapianti, dopo aver posto il rene asportato in ipotermia, hanno rimosso l'aneurisma e ricostruito con tecnica microchirurgica il piccolo vaso. La terza parte, realizzata sempre dall’équipe trapianti, ha re-impiantato il rene nel paziente stesso secondo la tecnica consolidata del trapianto.
L’"eccezionalità" dell’intervento è data da tre fattori: innanzitutto si è riusciti a "salvare" il rene, poi si è effettuato il prelievo dell'organo con tecnica mini-invasiva ed, infine, è stata utilizzata, sia durante il prelievo che durante il re-impianto, questa particolare metodica denominata "a fluorescenza" che permette di identificare le strutture vascolari e confermare la corretta vascolarizzazione del rene, attraverso una speciale telecamera e una fonte di luce "near infra-red" che rende fluorescente alcune strutture anatomiche rendendo l'intervento più sicuro e più veloce. Tale tecnica a fluorescenza è a disposizione del Centro ricerche in Chirurgia Mini-Invasiva e della Chirurgia Prima da qualche mese, in assoluta anteprima sul territorio nazionale e a "costo zero" per l’ospedale.
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