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Martedì 02 LUGLIO 2013
Il caso Stamina. Quando si rovesceranno le carte sul tavolo?



Gentile direttore,
la differenza tra un giocatore d’azzardo professionista e un dilettante non sta nel numero di mani perse o vinte ma nell’ammontare della scommessa. Il professionista sa bene che ci sono delle mani sfortunate in cui deve limitare i danni e dei giri buoni in cui deve massimizzare gli incassi. Il dilettante fa il contrario.
Un intero Paese (ricordiamo che il Parlamento rappresenta il Paese), pur nelle difficoltà economiche in cui si trova, ha deciso di andare a vedere le “carte” di una “cura” rivoluzionaria di cui nessuno sa niente.
 
Fosse stato un vero professionista avrebbe tirato fuori il metodo tanto decantato durante l’audizione alla Camera, video-streaming in diretta web, Commissione in seduta plenaria che rappresentava solo li davanti a lui, centinaia di migliaia di cittadini che quei Deputati li avevano votati. Non volava una mosca, tutti pendevano dalle sue labbra. Il professionista poteva calare una Scala a Colore e far ammutolire il mondo scientifico intero. Premi Nobel, Accademia dei Lincei e AIFA, tutti ai suoi piedi. Anche noi che ai malati e alla ricerca abbiamo dedicato la nostra vita, e che dai tempi di Socrate sappiamo di non sapere, aspettavamo il colpo d’ala e quello di teatro. E invece niente. Allora abbiamo aspettato due riunioni ufficiali all’ISS, ma alla prima non si è presentato… doveva andare in televisione.
 
Attendiamo ancora invano la prova che dimostri al mondo intero che i miliardi di euro spesi dalla ricerca mondiale ufficiale sono soldi buttati al vento. Abbiamo atteso che la cura per tutte le malattie rare del pianeta venisse rivelata, dal messia della “new age della Medicina” e dall’Italia. Il Ministro della Salute ha avuto un coraggio non comune e, carte ancora tutte in mano, ha lanciato sul panno verde 3 milioni di euro e ha detto: vedo! Il sempre meno professionista ha bofonchiato qualcosa, ha - come sempre – insultato, ha chiamato a raccolta una rete sempre più sfilacciata perché qualcuno tra i banchi e nel Paese ha iniziato a mormorare e notare che le Istituzioni avevano rispettato la legge, erano state trasparenti, solide e coerenti. Il giocatore non ha risposto, non ancora, i tre milioni sul tavolo, la carte sempre più strette al petto, coperte e ignote; rivoli di sudore sulla fronte e irritazione palpabile.
 
In maniera imbarazzante e sempre più dilettante si è dapprima attaccato ad una lettera, di cui ora non parla più. Ha dichiarato che le sue cellule non crescono in GMP ma solo in GLP. Il Ministero in tempo reale ha verificato: tutte le colture cellulari, incluse le staminali mesenchimali oggetto di oltre 300 sperimentazioni cliniche ufficiali, usate in tutto il mondo sono coltivate in GMP e non in GLP che serve invece per misurare il contenuto del sangue o della pipì nel laboratorio sotto casa (meglio se certificato ISO). Attaccato ad una lettera, come se quel sette di picche che aveva davanti fosse un asso di cuori.
 
A questo punto il silenzio è diventato assordante, l’irritabilità si è trasformata in un bluff sempre più chiaro. Solo pochi totalmente sprovveduti hanno creduto al fatto che si potessero far crescere e proliferare delle cellule staminali che curano tutte le malattie incurabili esistenti con banali regole da laboratorio di analisi, senza validazioni e senza controlli. Si viene quindi a scoprire che esiste un accordo sin da settembre dello scorso anno con tale Medestea un’azienda farmaceutica che si occuperà di sviluppare la diffusione delle terapie nel resto del mondo. Ma a che gioco stiamo giocando? Silenzio anche su questo. Ma non eravamo contro le multinazionali? Non era tutto gratis? Ma come può essere tutto gratis? Gli aerei militari gratis? Le ambulanze gratis? I reparti occupati e i laboratori intasati che non possono curare gli altri pazienti che hanno terapie salvavita vere, gratis?
 
Niente è gratis in tutto questo, non è certamente gratuita la sofferenza e la speranza, non sono scontate le fatiche e i risultati delle sperimentazioni rigorose ed è questo esattamente il motivo per cui si fanno. Il giocatore si augura che gli credano ancora, ha solo pochi giorni per sperare che qualche motivo personale, qualche retropensiero da sottoscala gli faccia guadagnare tempo, prima che qualcuno finalmente rovesci scoperte sul tavolo quelle carte che tiene gelosamente tra le mani per accorgersi che sono bianche come solo le coscienze dei bambini che senza pietà sta prendendo in giro.
 
Doctor Enigm

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