quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 30 MAGGIO 2013
Parkinson. Idrocarburi e pesticidi aumentano il rischio del 60%

L’esposizione a sostanze come pesticidi, erbicidi, insetticidi, fungicidi ed idrocarburi solventi è stata associata alla malattia neurodegenerativa in 104 studi, in una metanalisi condotta da scienziati italiani e pubblicata sulla rivista Neurology. Il problema maggiore nei paesi poveri.

Non uno ma 104 studi lo dicono:  l’esposizione ad idrocarburi solventi o a pesticidi è associata ad un aumento del 60% del rischio di sviluppare la malattia di Parkinson. La metanalisi, pubblicata sulle pagine di Neurology, è stata condotta da ricercatori  dell’IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia e del Centro Parkinson ICP di Milano, col sostegno della Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson e della Associazione Italiana Parkinsoniani, AIP.
 
I ricercatori hanno preso in esame la letteratura pubblicata su fattori ambientali sospettati di avere un ruolo nello sviluppo della malattia di Parkinson appartenenti alle categorie dei pesticidi, erbicidi, insetticidi, fungicidi ed idrocarburi solventi. Gli idrocarburi solventi sono infatti contenuti nel petrolio e suoi derivati presenti nella vita quotidiana, come la benzina, la vernice, le colle e la trielina, mentre i pesticidi comprendono composti organoclorurati e organofosfati.
Dopo aver analizzato più di 3.000 lavori, sono state identificate 104 pubblicazioni che hanno studiato l’associazione tra esposizione a queste sostanze e rischio di sviluppare la malattia di Parkinson. I dati sono stati usati per effettuare una metanalisi che ha permesso di giungere a conclusioni riguardo a tali associazioni.  La metanalisi è una tecnica clinico-statistica che permette di analizzare una serie di studi condotti sullo stesso argomento, consentendo una sintesi quantitativa dei risultati. Prima vengono cercati tutti i lavori potenzialmente di interesse in banche dati, poi vengono passati al setaccio e vengono identificati quelli che hanno affrontato l’argomento di interesse, riportando dati sufficienti per un confronto, e che soddisfano determinati criteri qualitativi. Infine si ricorre ad una tecnica matematica che permette di condensare tutte le informazioni in un unico dato numerico.
 
Secondo i risultati di questi scienziati, l’esposizione ad idrocarburi solventi e pesticidi è associato ad un rischio più elevato del 60% di sviluppare la malattia, mentre i fungicidi non sono associati ad un aumento del rischio.  Questo vale anche per il famoso DDT.  Gli erbicidi sono associati ad un aumento del rischio del 36% (che aumenta fino al 72% nel caso dell’erbicida paraquat) e gli insetticidi in generale ad un aumento del 24%. La ricerca si è anche occupata del contesto dell’esposizione ed ha confermato che i contadini e le persone che vivono in campagna presentano un rischio lievemente aumentato di sviluppare il Parkinson (rispettivamente del 18% e del 14%), presumibilmente perché possono essere esposti a pesticidi ed erbicidi.
“Il ruolo di questi studi è assai più rilevante di quello che possa sembrare”, ha dichiarato Gianni Pezzoli, Direttore del Centro Parkinson, ICP, Milano, nonché Presidente della Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson e Presidente della Associazione Italiana Parkinsoniani, AIP, che ha condotto lo studio insieme a Emanuele Cereda, ricercatore presso la Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo (Pavia). “Esistono infatti talmente tanti dati in letteratura che non è facile per il ricercatore o per il clinico avere un’idea che possa rappresentare una sintesi di tutto ciò che è stato pubblicato. I lavori di questo genere sono inoltre estremamente onerosi. Questo lavoro parte da lontano, alla fine degli anni ’90 in seguito a nostre osservazioni di casi di Parkinson e parkinsonismo in soggetti con una storia di massiccia esposizione ad idrocarburi solventi, prevalentemente avvenuti in ambienti di lavoro senza opportuna protezione. La Fondazione Grigioni sponsorizzò uno studio per valutare il ruolo di questi fattori tossici ambientali.  I risultati vennero pubblicati nel 2000 – ha continuato – sempre su Neurology, documentando che una storia di esposizione prolungata agli idrocarburi solventi è correlata ad un’ anticipazione dell’insorgenza della malattia ed ad una maggiore gravità dei sintomi. Da allora, altri studi sono stati condotti e questo lavoro può essere considerato una conclusione definitiva delle indagini in merito al ruolo degli idrocarburi sul rischio d’insorgenza di malattia di Parkinson. È vero che molte di queste sostanze non sono più utilizzate nel mondo occidentale ma, vengono ancora usate massicciamente nei paesi poveri”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA