quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 22 MAGGIO 2013
Caso Avastin. Soi: "Da Novartis scelta commerciale. Lo dimostrano studi indipendenti"

La Società oftalmologica italiana sottolinea che la scelta di Roche di non chiedere l’estensione delle indicazioni di Avastin e di produrre invece Lucentis sia stata un’azione commerciale. Sul caso è già stata avviata un'istruttoria da parte dell'Antitrust

“Le indagini dell’Antitrust ci faranno sapere se la scelta di Roche di non chiedere l’estensione delle indicazioni di Avastin e di produrre Lucentis da concedere in licenza di vendita a Novartis sia stata una scelta del tutto indipendente dal suo assetto azionario”. Le parole sono della Società oftalmologica italiana (Soi), la vicenda quella del cosiddetto “caso Avastin”, per il quale l’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti dei gruppi Roche e Novartis che verifichi se le aziende “abbiano posto in essere un’intesa restrittiva della concorrenza per la vendita in Italia di farmaci destinati alla cura di patologie oftalmiche, quali la degenerazione maculare senile”. La Soi ha diramato un comunicato stampa sulla questione, che non sembra lasciare spazio ad appello, per la società svizzera Novartis.
 
“Studi indipendenti di confronto tra Avastin e Lucentis (CATT 1 - CATT 2- IVAN) hanno dimostrato, contro ogni dubbio, l’assoluta equivalenza per efficacia  e sicurezza per i due farmaci”, spiega il comunicato. “Essi sono equivalenti per efficacia e sicurezza non solo secondo la Soi ma secondo la letteratura scientifica internazionale e la medicina basata sull’evidenza. La Soi non può che avere come riferimento delle proprie posizioni quanto condiviso dalla comunità scientifica internazionale, quanto pubblicato sulle riviste internazionali di settore e quanto dimostrato in base a studi controllati indipendenti”.

La società scientifica è infatti convinta che la questione sia da guardare esclusivamente dal punto di vista economico. “Tre anni di terapia con Lucentis costerebbero secondo Novartis al SSN da 3.000 a 5.000 euro a paziente. In realtà, il costo è a occhio e non a paziente - un paziente potrebbe avere entrambi gli occhi malati - e, comunque, se un occhio di questo paziente fosse trattato con Avastin costerebbe da 360 a 720 euro in tre anni. Un significativo risparmio innanzitutto per i cittadini contribuenti e quindi per le esangui casse del SSN e  dei SSR che disporrebbero, così, di maggiori risorse per poter garantire a tutti l’accesso alla terapia”, dicono sul comunicato, suggerendo la possibilità che la scelta di Roche di non chiedere l’estensione delle indicazioni di Avastin e di produrre invece Lucentis possa essere “una azione commerciale dovuta al fatto che la fiala di Avastin  viene venduta a circa 400 euro e che nella stessa fiala vi è farmaco in abbondanza per ottenere 40 dosi terapeutiche per  l’occhio e che quindi il prezzo di riferimento di questa dosa sarebbe 400 diviso 40 cioè 10 euro”.

“Effettivamente – conclude il comunicato – ognuno può capire che se Roche avesse sostenuto l’iter di approvazione per Avastin sarebbe stato oltremodo ardito poter ottenere un prezzo di 1500 euro a dose come invece ha potuto ottenere Novartis”. Solo l’Antitrust potrà però dire se le accuse della Società Oftalmologica Italiana siano fondate o meno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA