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Mercoledì 08 MAGGIO 2013
Lombardia. Scandalo sanità. Chiesto il rinvio a giudizio per Formigoni e altre 11 persone

La richiesta di processo viene dalla Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sulla Fondazione Maugeri. Oltre all’ex presidente della regione, la decisione della Procura riguarda anche l’ex direttore generale dell’assessorato alla sanità Lucchina e l’ex segretario generale della regione Sanese.

Un'ulteriore tegola si abbatte sulla sanità lombarda. La procura di Milano ha chiesto infatti il rinvio a giudizio per l'ex governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, ora presidente della commissione Agricoltura del Senato, e per altre 11 persone, nell'ambito dell'inchiesta sulla Fondazione Maugeri. L'accusa per Formigoni è di associazione per delinquere e corruzione. La richiesta di processo riguarda, tra gli altri, anche l'ex segretario generale della Regione Lombardia, Nicola Maria Sanese, l'ex direttore generale dell'assessorato alla sanità del Pirellone, Carlo Lucchina, e l'ex dirigente regionale Alessandra Massei, con la stessa accusa di Formigoni.
 
E' stato inoltre richiesto il rinvio a giudizio anche per Pierangelo Daccò, già condannato a 10 anni per il crac del San Raffaele, per l'ex assessore regionale Antonio Simone, per sua moglie Carla Vites e per lo 'storico' amico e collaboratore di Formigoni Alberto Perego. Secondo l'accusa, la Fondazione Maugeri avrebbe ottenuto negli anni presunti rimborsi indebiti per prestazioni sanitarie, per circa 200 milioni di euro, attraverso una quindicina di delibere della giunta regionale. Parte di quei soldi, 61 milioni di euro secondo l'accusa, sarebbero stati distratti dalle casse della Maugeri, tramite il faccendiere Daccò e Simone. In cambio delle delibere, sempre secondo l'accusa, Formigoni sarebbe stato ripagato, attraverso i soldi distratti, con benefit di lusso per un valore di oltre 8 milioni di euro: viaggi, vacanze ai caraibi, la messa a disposizione di tre yacht, un maxi-sconto sull'acquisto di una villa in Sardegna, ma anche finanziamenti per cene e soggiorni al meeting di Cl e 270 mila euro in contanti. Secondo i pm Formigoni sarebbe stato uno dei promotori di una "collaudata e stabile organizzazione" tra il 1997 e il 2011.
 
Ma questo è solo l'ultimo atto di una sfilza di inchieste e processi dalla vasta eco mediatica, che hanno colpito la sanità lombarda (a partire dal crac dell'ospedale San Raffaele), vantata da tutti i suoi manager e presidenti, come un'eccellenza, ma che negli ultimi due anni è stata teatro di numerosi scandali, che hanno coinvolto numerosi membri dell'amministrazione e della giunta. Del resto, non più tardi di un paio di mesi fa, a tre giorni dalle elezioni, i magistrati della Corte dei Conti avevano definito “sconcertante” la corruzione in Lombardia, una ''piaga ben più grave di vent'anni fa''.
 
Questi gli altri principali filoni di inchiesta e i relativi indagati.
 
- MARZO 2013, GIRO TANGENTI: Sono una ventina gli indagati, tra imprenditori e funzionari pubblici, nell'operazione della Dia di Milano che ha portato anche all'arresto di tre imprenditori che appartengono alla famiglia Lo Presti, titolare della Hermex Italia, di Cinisello Balsamo (Mi), specializzata in fornitura di macchinari ospedalieri. L'indagine della Dia ha fatto luce su gravi e diffusi episodi di corruzione nel mondo della sanità lombarda, tanto da parlare di una ''ramificata rete di complicità nel mondo sanitario e istituzionale''. Tra gli arrestati c'è Pier Luigi Sbardolini, direttore amministrativo dell'azienda ospedaliera di Chiari (Brescia), arrestato per fatti del periodo in cui lavorava al San Paolo di Milano, e Luigi Gianola, dg dell'ospedale di Sondrio. Coinvolti nell'inchiesta anche l'ex direttore della Padania, Leonardo Boriani, l'ex dg della sanità lombarda, Carlo Lucchina e l'ex consigliere regionale, Massimo Guarischi (arrestato), considerato l'intermediario capace di 'sponsorizzare' i prodotti degli imprenditori con le aziende ospedaliere e di influenzare i vertici della Regione, che a loro volta velocizzavano le pratiche dei finanziamenti pubblici agli ospedali per l'acquisto degli apparecchi. Sotto la lente di ingradimento anche i rapporti di Guarischi con Formigoni.
 
- MARZO 2013, FALLIMENTO CLINICHE VARESE: La Guardia di finanza di Varese sequestra beni per un valore di quattro milioni di euro a cinque società del settore immobiliare e della consulenza aziendale controllate dalla stessa società finanziaria che faceva capo ai fratelli Polita, nell'ambito dell'inchiesta partita dal dissesto del gruppo dei due imprenditori varesini della sanità.
 
- GENNAIO 2013, SAN RAFFAELE: Roberto Formigoni, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, risulta indagato per corruzione nell'inchiesta sull'ospedale S.Raffaele, in rapporto ai finanziamenti pubblici erogati negli anni alla vecchia gestione dell'ospedale, insieme al mediatore Pierangelo Daccò.
 
- GENNAIO 2013, GARE TRUCCATE: Il 'numero uno' del Pdl in Consiglio regionale, Paolo Valentini, che avrebbe esercitato pressioni per far vincere un appalto ad una società, un altro ex assessore lombardo, cognato di Roberto Formigoni, Giulio Boscagli, indagato, e poi mazzette e altre accuse a Carlo Lucchina. Al centro dell'indagine i presunti appalti 'pilotati' sulla cosiddetta 'tele-medicina' e sulle assicurazioni per gli ospedali.
 
- DICEMBRE 2012, CONVENZIONI CLINICHE: L'ex presidente della Commissione Sanità del Senato, Antonio Tomassini (Pdl), viene indagato nell'ambito dell'indagine sulle convenzioni concesse dalla Regione Lombardia ad alcune strutture sanitarie private, insieme a Carlo Lucchina. I reati ipotizzati sono, a vario titolo, concussione e corruzione.
 
- GIUGNO 2012, SPERIMENTAZIONI: Un sistema architettato per far pagare i costi della sperimentazione di sofisticate apparecchiatura scientifiche per la cura dei malati non alle case produttrici ma allo Stato, ritagliando ''bandi su misura'' e prendendo accordi sottobanco. La Gdf perquisice gli uffici dell'assessorato regionale alla Sanità e quelli di Carlo Lucchina, indagato, gli ospedali Niguarda a Milano, di Lecco, di Busto Arsizio e Saronno, e le sedi di una serie di aziende e societa' private. Sotto inchiesta ci sono 28 persone accusate a vario titolo di associazione per delinquere, turbativa d'asta, rivelazione del segreto d'ufficio e peculato. Nel mirino finiscono tre sperimentazioni: i progetti 'Home Care' che riguarda l'assistenza a distanza di malati cronici e che avrebbe dovuto partire a Lecco; quello relativo all'emodinamica con l'allestimento di una sala con strumentazione di controllo del sangue all'avanguardia all'ospedale di Saronno e quello chiamato ''Ecoscopio'', che prevede l'acquisto sempre a Lecco e a Niguarda di 135 ecografi portatili.

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