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Venerdì 03 MAGGIO 2013
La crisi del Pronto soccorso. Il punto di vista degli infermieri



Gentile Direttore,
negli ultimi giorni in tanti hanno preso posizione in merito alle criticità che riguardano le cure primarie, le situazioni sperimentali ancora in essere e le lunghe attese degli utenti al Pronto Soccorso. Si sono espressi solo i medici, ma le situazioni portate in discussione riguardano "anche" i medici, non certamente in maniera esclusiva e probabilmente nemmeno in termine di maggiore coinvolgimento. 
 
E' necessario ripensare il sistema, possibilmente in maniera moderna, evitando le autoreferenzialità, le consuetudini, le abitudini e i conservatorismi, privilegiando la definizione e lo sviluppo di nuovi modelli organizzativi e sistemi avanzati di cura/assistenza/riabilitazione, con la vera "presa in carico" delle persone con problemi di salute, in maniera multi-professionale e multi-disciplinare, nel rispetto di precisi progetti, percorsi e processi, definiti e condivisi.
 
Il ripensamento non può essere di tipo "spontaneistico e individuale" ma deve stare dentro un progetto "di sistema" che deve considerare diverse variabili, in particolare:
- le situazioni epidemiologiche - con evidenza di aumento delle patologie cronico-degenerative, delle fragilità e delle disabilità, con conseguente aumento di domanda da parte dell'utenza;
- la situazione demografica -con evidenza di aumento della vita media, con proiezioni pesantissime per i prossimi 30 aa. relativamente alla popolazione nelle fascie di età > di 65 aa. e > di 75 aa.;
- le condizioni socio-economiche - con evidenza di un aumento significativo di persone in condizioni di povertà, con ripercussioni importanti anche nello stato di salute (impossibilità a curarsi).
 
L'aumento dei codici bianchi al pronto soccorso delle strutture ospedaliere ormai è un fenomeno generalizzato che merita di essere studiato e approfondito anche da un punto di vista storico e sociale, cercando di capire le motivazioni che hanno portato le persone a privilegiare il Pronto Soccorso rispetto allo studio del Medico di Medicina Generale (o PLS).
Forse gli orari di apertura e di presenza del MMG/PLS, forse le lunghe code, forse le modalità di comunicazione e di "presa in carico", forse la maggiore considerazione e un maggiore riconoscimento di competenze nei professionisti del Pronto Soccorso, forse ...
 
Certamente il Pronto Soccorso è nato e si è sviluppato per funzioni diverse, in particolare per garantire delle precise risposte alle persone con problemi di salute legate a fatti acuti, alle urgenze e alle emergenze.
Altrettanto certamente non è possibile e non è pensabile cambiare i pensieri, i percorsi e la cultura delle persone con una delibera aziendale o con una modifica comunque imposta "dall'alto", soprattutto se quanto descritto è diretta conseguenza di inefficienze del sistema, alle quali la gente ha risposto con la ricerca di nuove modalità per accedere a dei servizi da sempre considerati (giustamente) come "diritti".
 
Si deve lavorare per recuperare il ruolo e la funzione del MMG/PLS e, parallelamente, recuperare la fiducia delle persone nei confronti delle strutture citate.  Tale "recupero" deve realizzarsi nei fatti e non solo a parole.
Un primo passoè stato già fatto con la L. 189/2012 (Decreto Balduzzi - Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del paese mediante un più alto livello di tutela della salute)  che prevede:
- le aggregazioni funzionali territoriali degli studi dei MMG/PLS (studi associati);
- l'ampliamento degli orari di apertura dei servizi;
- la condivisione di obiettivi, percorsi assistenziali, linee guida, strumenti di valutazione, etc.;
- l'attivazione di unità complesse di cure primarie (forme organizzative multi-professionali).
 
Un secondo passocompete alle Regioni per la parte legiferativa di competenza, relativamente all'assetto e alla rete dei servizi residenziali e territoriali (strutture residenziali, dei distretti sanitari, delle case della salute, delle "nuove strutture", evitando duplicazioni e/o sovrapposizioni di attività e competenze, con la massima attenzione alla adeguatezza delle strutture, delle attrezzature e alla tipologia e alla numerosità delle risorse), ai modelli organizzativi e ai sistemi di cura e assistenza da sviluppare (possibilmente superando le vecchie logiche delle PPIP, ormai anacronistiche, tenuto conte delle competenze professionali richieste e presenti) e alla chiara definizione dei ruoli e delle responsabilità degli operatori coinvolti ad ogni livello delle articolazioni organizzative (tenendo ben presente il fatto che, stante la situazione in essere, servono "meno generali"  e  "più soldati").
 
Un terzo passocompete agli operatori che devono ripensare l'organizzazione, tenendo conto della nuova domanda dell'utenza, delle nuove necessità del sistema e della diversa formazione dei professionisti, con l'evidente necessità di revisione dei progetti, dei percorsi e dei processi, attraverso definizioni e condivisioni multi-professionali.
 
La traccia proposta è un ripensamento graduale del sistema che consenta anche un "rafforzamento" delle fondamenta attraverso:
- l'abbandono delle esperienze negative e il mantenimento delle esperienze che hanno portato risultati favorevoli (es. il see and treat nella Regione Toscana - magari migliorando la parte di relazione e comunicazione tra pronto Soccorso e MMG/PLS)
- il miglioramento dell'organizzazione, anche con un ampliamento degli orari di apertura del servizio  (pur nella consapevolezza delle possibili difficoltà nei rapporti tra operatori "convenzionati"  e  operatori  "dipendenti")
- il rafforzamento del processo di fidelizzazione con l'utente (è il cittadino che sceglie il MMG/PLS) e la chiarezza del ruolo e della responsabilità dell'operatore che assicura la "presa in carico"  (la letteratura di riferimento individua la figura dell'Infermiere) e le modalità per garantire la continuità e l'uniformità dei percorsi e dei processi.
 
La diminuzione dell'autoreferenzialità, l'aumento dell'integrazione e il miglioramento della comunicazione contribuiranno sicuramente alla ristrutturazione di un sistema e alla garanzia di un livello di risposta più adeguato, ...e probabilmente ci saranno anche le giuste condizioni per il miglioramento dei servizi territoriali e delle cure primarie, con variazioni significative anche nell'appropriatezza dei percorsi di accesso al Pronto Soccorso e nel pensiero della gente.
 
Marcello Bozzi
Infermiere - AOU Siena

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