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Lunedì 29 APRILE 2013
Stanchezza primaverile. Combatterla con l'omeopatia
Colpisce soprattutto donne e non è un "falso mito". Si stimano infatti in 2 milioni le persone che in coincienza con la primavera accusano sonnolenza, svogliatezza, calo di concentrazione e produttività. Ma qualcosa si può fare. Ce ne parla Dario Chiriacò, responsabile Fnomceo per le Medicine non Convenzionali.
Appena qualche giorno fa in Europa si parlava di medicina omeopatica, e della lentezza italiana nel recepire le norme europee. Eppure in Italia molti professionisti cominciano a considerare le medicine non convenzionali come un valido aiuto per trattare alcune condizioni. È ad esempio il caso della cosiddetta “stanchezza primaverile”, che lungi dall’essere un falso mito, colpisce almeno due milioni di italiani, nei quali all’arrivo delle temperature più calde e dell’allungamento delle giornate si rispecchia in sonnolenza, svogliatezza, calo di concentrazione e produttività, e innesca un circolo vizioso che coinvolge tanto la sfera organica tanto quella psico-comportamentale.
A confermare che questo è il numero delle persone colpite dal disagio stagionale è Claudio Mencacci, presidente della Società Italiana di Psichiatria (SIP) e Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'Ospedale Fatebenefratelli di Milano: il problema in particolare interesserebbe il sesso femminile con una frequenza di 6 volte superiore a quella maschile e in quasi la metà dei casi si manifesta in quel 10% di popolazione che già soffre di disturbi dell’umore. “La preponderanza del sesso femminile, in particolare in età menopausale, trova piena conferma nella mia personale esperienza”, ha osservato Dario Chiriacò, omeopata, presidente dell’Ordine dei Medici di Rieti e responsabile della Commissione della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) per le Medicine non Convenzionali. “Posso stimare che la stanchezza rappresenti un disturbo per un sesto/un settimo dei pazienti adulti e fino a un terzo dei bambini, oggi sempre più impegnati in una molteplicità di attività extrascolastiche. In effetti dobbiamo riconoscere due tipologie di stanchezza, che quest’anno risultano ancora meglio differenziabili: quella dovuta a sequele di malattie da raffreddamento e quella tipica del cambio stagionale. Le infezioni virali, in particolare respiratorie, tra cui l’influenza, che abbiamo osservato fino a un mese fa, se da un lato sono state forse meno impegnative dal punto di vista dei sintomi in fase acuta, dall’altro hanno lasciato quest’anno postumi più marcati del solito, con tosse, inappetenza, insonnia e astenia di maggior entità e durata. Questo si riversa proprio sugli individui di per sé sensibili alla primavera, cioè quelli di costituzione carbonica e fosforica. A differenza della sulfurica e muriatica, caratterizzate da un maggior livello energetico, queste costituzioni comportano la predisposizione a una più facile esauribilità organica e quindi alla comparsa di anemia, pallore e altre manifestazioni che si accompagnano ad astenia e affaticabilità”.
È quindi importante non sottovalutare la stanchezza per tre ragioni: innanzitutto perché, come già affermato, influenza la qualità di vita e, se pensiamo alle ripercussioni sul lavoro, fino all’assenteismo, può comportare dei costi molto più gravosi di quanto si possa immaginare. In secondo luogo va ricordato che un individuo spossato è più debole e dunque esposto al rischio di malattie, in particolare infettive. Infine non bisogna dimenticare che la stanchezza può essere anche sintomo aspecifico di un’ampia serie di condizioni che il medico deve opportunamente riconoscere e curare, a partire per esempio dalla carenza di ferro. Per tale ragione è doveroso per l’omeopata condurre una valutazione attenta e approfondita che, oltre alle abitudini di vita, deve tenere in considerazione lo stato di salute generale. L’approccio è sempre personalizzato e tende a disincentivare il fai da te, soprattutto in mancanza di un opportuno inquadramento complessivo. “Natrum muriaticum, carbonicum, sulphuricum e Sepia sono i rimedi di elezione nei soggetti con dismetabolismo del sodio, che lamentano classicamente mal di testa e calo energetico a metà mattina, ai quali tornano utili anche semplici norme comportamentali, a partire da un tempo adeguato da riservare al sonno e più in generale al riposo”, ha precisato Chiriacò. “Un farmaco di particolare utilità e interesse è VC15 forte”. Si tratta di una combinazione di principi attivi: Acidum phosphoricum, efficace sulla scarsa capacità di concentrazione psichica, apatia e sonnolenza; Citrus medica limonum, attivo sulla depressione generale; Cocculus, indicato per astenia, esaurimento psico-fisico, vertigini e ipotensione arteriosa; Ginseng, caratterizzato da un’azione stimolante e tonica generale sinergica con gli altri componenti; Helonias dioica e Ignatia, utili su esaurimento nervoso e irritabilità; Sepia, efficace sull’instabilità emotiva e infine Zincum metallicum, che consente di controllare stati di astenia e nevrastenia. “Assunto alla dose di un flaconcino al mattino prima di affrontare una situazione stressante o a cicli di tre settimane di somministrazione al mattino e nel primo pomeriggio, VC15 forte è una risorsa preziosa, efficace e sicura sia per chi lavora, a maggior ragione se svolge un’attività che richiede particolare concentrazione, sia per chi studia e pratica sport”, ha concluso.
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