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Mercoledì 24 APRILE 2013
Def. Imu permanente e pareggio di bilancio fino al 2014

Il Tesoro ha corretto il Documento, l’Imu diventa permanente, confermato il pareggio di bilancio fino al 2014. Slittano i tempi di approvazione del Def in attesa del nuovo governo. Intanto le audizioni al Senato lamentano “l’elevato livello di evasione fiscale” come “ostacolo alla crescita”. 

Doveva concludersi oggi l’esame da parte della Commissione Speciale del Senato del Documento di economia e finanza che in questi ultimi giorni ha intensificato il ritmo delle audizioni con sindacati, artigiani, industriali ma anche Bankitalia, Corte dei Conti Istat e Cnel.
 
Ma le modifiche al testo – per cui il Tesoro ha riscritto una parte del Documento stabilendo che l’Imu da misura triennale, 2012-2015, diventa permanente e la fase politica concitata con la nascita del nuovo governo, che sarà prevedibilmente coinvolto nell’esame del Def – danno per certa l’impressione che si vada verso un ulteriore slittamento dei tempi di approvazione.
 
E così il ponte del 25 aprile, utile a mettere a punto il testo nella sua versione finale, potrà essere un periodo interlocutorio in vista di un’analisi più approfondita nella settimana successiva.
 
Intanto ieri il governo ha corretto il documento stabilendo che l’Imu da misura triennale diventa permanente. Il perché di questa decisione, spiega il Tesoro, è per accogliere “una richiesta della Commissione europea”.
 
La decisione del Governo è frutto anche della sollecitazione di Bankitalia, convinta che una tassazione Imu temporanea provocherebbe un peggioramento dei saldi per circa 0,8 punti percentuali del Pil l'anno dal 2015 e, di conseguenza, la necessità di reperire risorse aggiuntive di tale ammontare per raggiungere gli obiettivi programmati, è arrivata la decisione di stabilizzare la tassa sugli immobili.
 
Bankitalia che proprio ieri, con il direttore centrale per la ricerca economica Daniele Franco, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione speciale del Senato ha fatto sapere che “se l'attuale configurazione dell'Imu fosse da considerarsi dall'indebitamento netto strutturale e dal calcolo di natura temporanea il relativo gettito potrebbe essere escluso dell'aggiustamento conseguito per gli anni 2012-14”.
“Ciò – ha concluso Bankitalia – avrebbe ripercussioni sulla valutazione che le istituzioni europee e i mercati daranno del percorso di risanamento finanziario dell'Italia”. Con la correzione del Def, ora la Commissione europea può sancire che l'Italia avrà nel 2013 e nel 2014 un bilancio in pareggio strutturale.
 
A Via Nazionale il documento nella sostanza è piaciuto, anche se Palazzo Koch sprona il nuovo esecutivo a fare di più per la crescita. Nonostante la crisi infatti, i risultati conseguiti nell’ultimo biennio sul fronte dei conti pubblici sono definiti da Bankitalia “importanti” e viene elogiata la politica sui dei conti pubblici che rispetta i patti con l’Europa e pone i presupposti per un ritorno alla crescita. Però per sciogleire ogni dubbio sulla solidità finanziaria non va bene, come ha fatto il governo, formulare due ipotesi distinte sui conti, con e senza gettito Imu: “vanno immediatamente dissipate le incertezze sulla stabilità del gettito legato al vigente sistema di imposizione sugli immobili”. Obiezione che il governo ha colto immediatamente.
 
Il direttore centrale della Ricerca Economica della Banca d'Italia nella sua audizione ha anche lamentato il livello di pressione fiscale al 44%, la più alta degli ultimi 50 anni che supera di 3 punti la media degli altri Paesi dell'euro. Pressione che combinata con “l'elevato livello di evasione fiscale rende il carico sui contribuenti onesti ancora più ingente” creando anche un “ostacolo alla crescita”.
 
Di vero e proprio “allarme fisco” ne hanno parlato, ai parlamentari delle due commissioni speciali nel corso delle audizioni sul Def, artigiani e commercianti di Rete Imprese Italia che stimano un aggravio di 2.600 euro lanno per famiglia. Ma anche Confindustria che denuncia “livelli intollerabili” e un peso del fisco reale che tocca il 53% se si considera l'evasione che fa sbilanciare il prelievo soprattutto sugli onesti. Il peso delle tasse è tale che comincia ad avere consistenza macro economica anche il fenomeno di chi non riesce a pagare.
E Luigi Giampaolino presidente della Corte dei Conti, fa capire che le manovre sul fronte delle entrate non hanno gli effetti sperati.

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