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Venerdì 19 APRILE 2013
Odontoiatria. Il 40% dei bambini senza apparecchio. Costa troppo. Boom degli ambulatori pubblici

In Italia il 90-95 % dell'assistenza odontoiatrica è garantita da studi privati, ma i genitori portano i bambini dal dentista per la prima visita e poi rinunciano alle terapie per colpa della crisi. E gli ambulatori pubblici tornano ad affollarsi. Il dato al XX Congresso nazionale del Collegio dei docenti di odontoiatria.

Oggi 5 milioni di bimbi fra i 5 e i 14 anni avrebbero bisogno di un apparecchio ortodontico, ma il 40 per cento non lo mette perché una famiglia su tre non può più permettersi i costi del dentista: così la salute della bocca di 2 milioni di bambini è in pericolo. E’ l'allarme lanciato dagli esperti riuniti in occasione del XX Congresso nazionale del Collegio dei docenti di odontoiatria.
 
“Le famiglie italiane iniziano a tirare la cinghia anche per la salute di ciò che hanno di più caro al mondo, i propri figli, con un risparmio spesso solo temporaneo, anzi, con il rischio di un incremento di spesa perché se si rinuncia o si rinviano le cure si rischia poi di dover affrontare interventi più importanti e costosi  – ha spiegato Antonella Polimeni, presidente del Collegio nazionale dei docenti di odontoiatria e direttore del dipartimento di Scienze odontostomatologiche dell’Università Sapienza di Roma - In Italia il 90-95 % dell'assistenza  odontoiatrica è garantita da studi privati, ma a causa della crisi i genitori portano i bambini dal dentista per la prima visita, ma poi rinunciano alle terapie: alcuni definitivamente, altri chiedono se è possibile mettere l'apparecchio a distanza di un paio d'anni. Purtroppo il 90 per cento dei bambini ha bisogno dell'apparecchio e un numero sempre maggiore di famiglie si rivolge al Servizio Sanitario che sta rischiando di esplodere con un aumento stimato delle richieste che si aggira intorno al 20 per cento rispetto ad appena un anno fa ”.

Le strutture pubbliche difficilmente potranno arginare un aumento consistente della domanda: i dentisti in strutture pubbliche sono solo 3500, appena 140 gli igienisti dentali, per  più di 4 milioni di prestazioni ambulatoriali erogate ogni anno nei  367 ambulatori delle strutture universitarie e delle ASL, nei 146 centri attrezzati in strutture ospedaliere  e nei 224 ambulatori dei Distretti Socio Sanitari.
“Le poltrone a disposizione nelle strutture del Ssn sono meno di 2800: questo, unito all'alto costo delle prestazioni odontoiatriche rispetto ad altre branche della medicina, rende problematico offrire un servizio pubblico adeguato – ha osservato Polimeni - Peraltro, nonostante i Lea prevedano in teoria cure dentistiche in età evolutiva e un'assistenza a tutti i cittadini in condizione di particolare vulnerabilità sociale ed economica, nelle diverse Regioni si hanno modalità e criteri di assistenza molto variegati”. 
 
Per favorire l’accesso alle cure dei cittadini riducendo il carico economico sulle famiglie a costo zero per lo Stato, in occasione del congresso è stato discusso il primo documento programmatico condiviso dal Collegio dei docenti di odontoiatria, dalla Commissione albo odontoiatri (Cao Nazionale), dall’Associazione nazionale medici dentisti italiani (Andi), e dall’Unione nazionale industrie dentarie italiane (Unidi). La proposta avanzata dalle associazioni di settore e dall’industria dentale chiede di consentire maggiori deduzioni di imposta a vantaggio del paziente, come avviene ad esempio nel settore dell’edilizia per chi ristruttura la propria casa.
 
“Questo favorirebbe l'accesso alle prestazioni odontoiatriche, soprattutto se associato a una campagna di promozione della salute orale – ha osservato Gianfranco Prada, presidente Andi - A ciò si aggiungerebbe il recupero dell'evasione fiscale, che andrebbe favorito anche promuovendo la tutela della legalità nel settore. Poter ottenere maggiori detrazioni renderebbe anche non più conveniente, rivolgersi all’estero per le cure. Oggi si stima che circa 1 miliardo di euro finiscano dall’Italia nelle casse dei dentisti stranieri, sottraendo anche in questo caso soldi al fisco e all’economia italiana. In proposito abbiamo proposto l'organizzazione di una Conferenza Nazionale sull'Odontoiatria in cui definire linee guida e misure contro l'illegalità, con interventi mirati in termini di prevenzione e repressione, ad esempio attraverso la confisca di beni e attrezzature dei finti dentisti o dei prestanome. Gli italiani infatti spendono ogni anno 6 miliardi di euro dal dentista regolarmente fatturati e altri 60 milioni per interventi dall'igienista dentale, ma la piaga dell’evasione resta consistente perché accanto accanto a 58mila odontoiatri e 2000 igienisti ufficiali lavorano nel nostro Paese anche 15mila professionisti falsi o abusivi, che oltre a evadere le tasse costituiscono un evidente grave pericolo per la salute dei cittadini”. 
 

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