quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 09 APRILE 2013
Giovani farmacisti: "No alla farmacia drugstore"

L'associazione dei giovani farmacisti (Fenagifar), nel convegno organizzato il prossimo 20 aprile, discuterà dei principali nodi che si troverà ad affrontare il prossimo governo. "Sostenere la Pharmaceutical Care, mentre è inattuabile il modello inglese caratterizzato dalla farmacia-drugstore".

“Nuovo welfare: pubblico, privato o mercato? Il futuro della professione alla luce delle nuove politiche di finanziamento del Ssn”. E’ questo il titolo del convegno Ecm organizzato, il prossimo 20 aprile, dalla Federazione nazionale associazione giovani farmacisti (Fenagifar) a Bologna, alle ore 15,45, in occasione della manifestazione fieristica Cosmofarma Exhibition.

L’incontro rappresenterà un’occasione per discutere le problematiche relative alle nuove politiche di finanziamento del welfare che saranno adottate nei prossimi anni dai governi. “A nostro avviso – sottolinea la Fenagifar - l’attuale modello europeo e italiano di Welfare, è un eccellente ed illuminato esempio di politica che lo Stato attua a tutela e vantaggio di tutti i cittadini, soprattutto delle fasce più deboli ed economicamente svantaggiate”.
Elementi positivi che però non escludono la necessità di “aggiornare il sistema alla luce delle nuove evidenze scientifiche, delle priorità epidemiologiche e del mutare delle condizioni sanitarie e delle aspettative di vita della popolazione ed anche alle limitate disponibilità delle risorse”.
Gli ultimi provvedimenti legislativi sono ritenuti dalla Fenagifar “non condivisibili e di difficile attuazione” poiché “in maniera strisciante e costante, si manifesta il disimpegno dello Stato dall’attività di sostegno e di gestione del Welfare”. Una critica che viene formulata soprattutto alla luce del fatto che “la farmacia, i professionisti del settore e i cittadini vivono in Italia un evidente disagio poiché l’incertezza normativa produce preoccupazioni e non da prospettive di futuro”.

La Fenagifar ribadisce quindi “con fermezza il convincimento della valenza sociale del modello di esercizio farmaceutico, inserito nel Sistema sanitario nazionale, rivolto alla Pharmaceutical Care, cioè alla cura ed al soddisfacimento dei bisogni di salute della persona”, mentre considera poco percorribile “la strada verso la quale si vorrebbe andare che ci porterebbe verso il modello anglosassone, caratterizzato dalla farmacia –drugstore, in cui si annullerebbero le valenze sanitarie offerte al pubblico – conclude la nota - dalle professionalità costruite nel tempo presenti in modo capillare nel territorio”.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA