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Giovedì 04 APRILE 2013
Pediatria. Fimp Toscana: "Diffondere il Self Help per esami diagnostici rapidi"

Secondo la Federazione toscana dei medici pediatri "la sola capacità clinica di diagnosi non è più del tutto sufficiente". E' quindi utile effettuare test diagnostici rapidi "direttamente nell'ambulatorio del pediatra" dotadosi di strumenti che consentano l'esecuzione del cosiddetto Self Help.

Esami diagnostici rapidi direttamente nell’ambulatorio del pediatra per avere subito una prima diagnosi. Un percorso realizzabile grazie ad una dotazione strumentale che consente l’esecuzione di quello che viene definito il “Self Help” diagnostico.
 
Questo il tema al centro dei lavori della 4° Convention Fimp Toscana che si è recentemente tenuta a Montecatini.  “La sola capacità clinica di diagnosi – hanno affermato in una nota i pediatri della Fimp Toscana – è divenuta non più completamente sufficiente e deve essere spesso suffragata da dati oggettivi che derivano da alcuni semplici procedure diagnostiche: per la sicurezza del paziente, ma anche del medico. Per tale motivo negli studi dei pediatri di famiglia è stata progressivamente implementata la dotazione strumentale per l’esecuzione del Self Help diagnostico”.
 
L’argomento del Self-Help non è nuovo, ma è quanto mai di attualità visto il ruolo che sempre più si vuol dare all’ambito delle cure primarie, come dimostra la riforma delle cure primarie disegnata dal ministro della Salute Renato Balduzzi che, affermano i pediatri della Fimp Toscana “al di là dei modelli organizzativi, richiede al territorio una risposta assistenziale sempre più completa ed esaustiva, per evitare il più possibile il ricorso all’ospedale”.
 
Ma per svolgerlo in pieno c’è assoluto bisogno di supportare i dati clinici con dati oggettivi, che derivano da semplici, ma appropriate attività diagnostiche, nell’interesse primario del bambino e per l’appropriatezza terapeutica. Per questo, sostengono i pediatri, l’obiettivo è che “l’attività di Self-Help diventi un patrimonio consolidato della pediatria di famiglia e quindi c’è bisogno di ampia diffusione, uniformità e appropriatezza”.

 

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