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Lunedì 18 MARZO 2013
Medici ed età pensionabile. Ma chi ci darà la patente?



Gentile direttore,
da parte di vari governi si cerca di elevare sempre più l'età pensionabile, ultima la riforma Fornero del dicembre 2011. Viene addotto un generico aumento dell’età media della vita, quale giustificativo ad una manovra essenzialmente economica.
 
Se un pur non eccezionale aumento dell’età media della popolazione può esserci stato in Italia in questi ultimi anni, rimane però invariata l’età biologica delle persone. Intendo dire che dopo una certa età, con possibili variazioni individuali, si ha una decadenza delle prestazioni fisiche e psichiche, si riducono i riflessi, si attenua l'acutezza mentale e via dicendo, pur senza una patologia tale da comportare una qualche forma di esenzione.
 
Per tale motivo, ad esempio, vengono effettuati sempre più frequenti controlli sulla capacità di guida dei veicoli e si accorciano progressivamente i tempi di rinnovo della patente.
 
Ma allora, uno stesso individuo viene riconosciuto capace di lavorare come quando era giovane, mentre viene controllato più frequentemente perché ha meno capacità psico-fisiche per guidare?
 
Ritengo che questa condizione comporti un crescente rischio per adempiere ad un lavoro come il nostro, quando si superano i limiti cui precedentemente veniva riconosciuta la pensione.
 
Poiché stiamo parlando della salute e della sicurezza dei cittadini, mi chiedo se è corretto e legittimo, da un punto di vista legale, sindacale e assicurativo che ci venga imposto di essere soggetti a dei rischi e delle responsabilità, che ritengo impropri, per perseguire puri calcoli economici.
 
Massimo Bindi

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