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Martedì 12 FEBBRAIO 2013
Nuove competenze infermieri. Anaao: “Colpo di mano per ridurre illegalmente quelle dei medici”

L’Anaao Assomed precisa di non essere “pregiudizialmente contraria allo sviluppo delle competenze e della formazione delle professioni sanitarie non mediche”, ma contesta la Bozza di Accordo sugli infermieri che "estende attribuzioni ‘ora solo di competenza della professione medica’”.

Pollice verso dell’Anaao Assomed nei confronti della Accordo relativo al cambiamento delle competenze infermieristiche che, “con singolare fretta, la Commissione Salute delle Regioni ha inoltrato il 6 febbraio, con parere favorevole, alla Conferenza Stato Regioni”. L’accordo, secondo l’Anaao, prevede infatti l’estensione agli infermieri di “attribuzioni ‘ora solo di competenza della professione medica’, come affermato nella nota di accompagnamento”.

“L’Anaao Assomed - precisa il sindacato dei medici dirigenti in una nota - non è pregiudizialmente contraria allo sviluppo delle competenze e della formazione delle professioni sanitarie non mediche, ma non può non rilevare che le modalità di tale procedura configurano una palese invasione delle prerogative legislative statali. Un colpo di mano che rischia di minare l’organizzazione già precaria del sistema sanitario forzando le regole legislative che lo sostengono e rendendo sempre più incerti i confini, e conflittuali i rapporti, tra le professioni, che vanno valorizzate, nel rispetto  delle  regole, insieme con il Servizio Sanitario nel quale operano”.
 
Per l’Anaao, inoltre, stiamo parlando di “un provvedimento in precedenza misconosciuto da molti Assessori che a lungo ne hanno negato la paternità, minimizzando ad esercizi accademici i diversi  documenti prodotti”. “Poiché gli Assessori, o meglio i loro tecnici, intendevano ‘innovare’ e ‘modificare’ competenze professionali, meglio sarebbe stato – secondo l’Anaao - procedere per via legislativa evitando scorciatoie, quasi da ‘terza camera’ sconosciuta alla Costituzione, di sapore elettorale. Senza sfuggire al confronto con le rappresentanze ordinistiche e sindacali dei medici che hanno ripetutamente espresso, in varie sedi, la propria contrarietà ed opposizione al metodo adottato”.
 
“Quando si interviene su competenze e responsabilità di professioni riconosciute – ribadisce e conclude la nota dei medici dirigenti del Ssn - , è necessario operare nel rispetto dei fondamenti dello Stato di diritto e nella ricerca del massimo consenso. Anche per evitare effetti patologici, Ministro della Salute e Regioni hanno l’obbligo di garantire che ogni modifica si muova nei binari della efficacia e della sicurezza dei percorsi assistenziali a tutela della salute dei cittadini e delle competenze della professione medica”.
 

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