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Venerdì 25 GENNAIO 2013
Remunerazione farmacie. Federfarma boccia la proposta del ministero

Per il sindacato dei titolari di farmacia la nuova ipotesi penalizza pesantemente le piccole farmacie a basso fatturato e blocca il passaggio in farmacia dei medicinali innovativi ad alto costo oggi distribuiti dalle Asl. “Siamo disponibili al confronto per l’applicazione dell’accordo firmato il 16 ottobre all’Aifa”.

Federfarma boccia la nuova proposta di accordo sul sistema di remunerazione delle farmacie presentata nelle settimane scorse dal ministero della Salute per superare lo stallo creato dopo lo stop deciso dal ministero stesso, insieme a quello dell’Economia, all’accordo siglato il 16 ottobre 2012 all’Aifa e fortemente sostenuto dai farmacisti.

Infatti, ribadisce Federfarma, “l’accordo per la nuova remunerazione della filiera distributiva esiste già” ed “è necessario avviare un confronto con il ministero e le altre componenti della filiera del farmaco per giungere alla sua applicazione”. Federfarma ricorda infatti come l'accordo siglato all'Aifa rispondesse a tutte le condizioni contenute nella norma della legge 135/2012 (spending review), nella quale si prevedeva che la nuova remunerazione fosse definita sulla base di uno specifico accordo tra le componenti della filiera distributiva e l’Aifa, nel rispetto di alcuni vincoli ben precisi: invarianza dei costi con riferimento ai margini in vigore al 30 giugno 2012, rispetto dei tempi (90 giorni dall’entrata in vigore della legge), accordo tra tutte le componenti della filiera.

Solo nel caso di mancato accordo, la norma prevedeva che il Ministero della Salute, di concerto con quello dell’Economia, potesse procedere autonomamente con proprio decreto, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni e con il parere delle competenti Commissioni parlamentari.

“Nonostante il 16 ottobre l’accordo sia stato raggiunto nel pieno rispetto dei vincoli di legge, il ministero della Salute ha attivato, proprio in questo scorcio finale di legislatura, la seconda procedura, il decreto autonomo, trasmettendo la propria proposta alla Conferenza Stato-Regioni”. Un provvedimento i cui contenuti, peraltro, non piacciono affatto ai titolari di farmacia.

Secondo Federfarma, in particolare, nuova proposta del “penalizza pesantemente le piccole farmacie a basso fatturato, rurali e non, azzerando di fatto qualsiasi forma di agevolazione prevista nella remunerazione attuale e nell’accordo del 16 ottobre; questo rischia di mettere in crisi la capillarità del servizio, proprio nelle zone più disagiate, dove la farmacia è spesso l’unico presidio sanitario accessibile”.

Inoltre “non tiene conto dell’esigenza primaria evidenziata dal legislatore di estendere le procedure di tracciabilità a tutti i farmaci, favorendo, con l’applicazione di un nuovo modello di remunerazione, il passaggio in farmacia anche dei medicinali innovativi ad alto costo, oggi distribuiti dalle Asl”.

“Ci sono poi una serie di questioni tecniche da chiarire per rendere effettivamente applicabile il provvedimento, che presenta incongruenze ed elementi di complessità che, se non risolti, si ripercuoterebbero negativamente sull’efficienza del sistema”.

La presidente di Federfarma, Annarosa Racca, ribadisce quindi quanto già comunicato nei giorni scorsi al Ministro Balduzzi e al Ministro Grilli: “Siamo disponibili al confronto per individuare le soluzioni più corrette per l’applicazione dell’accordo del 16 ottobre scorso. Chiediamo che si parta da lì per delineare un nuovo modello di remunerazione che produca realmente risultati positivi per il sistema in termini di sostenibilità, tracciabilità del farmaco, razionalizzazione dei sistemi distributivi. I tempi per approfondire il problema ci sono: la spending review ha rinviato l’entrata in vigore della nuova remunerazione al 30 giugno 2013. Sediamoci intorno a un tavolo e verifichiamo tutti i nodi critici.”

 

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