quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Giovedì 24 GENNAIO 2013
Sciopero sale parto. Gigli (Fesmed): "Ultimo appello ai partiti per scongiurare la protesta"
Il presidente della Fesmed, Carmine Gigli, ha scritto una lettera ai partiti chiedendo alla politica di farsi carico delle questioni alla base dello sciopero nazionale in modo da scongiurare la protesta. Due i punti: messa in sicurezza dei punti nascita e proposte per il superamento del contenzioso medico-legale.
“Torniamo a chiedere al vostro partito politico di inserire nel programma elettorale per le prossime elezioni politiche: la messa in sicurezza dei punti nascita in tutto il territorio nazionale; il problema del contenzioso medico-legale, avanzando proposte per il suo superamento, da adottare immediatamente dopo la formazione del nuovo Governo”.
Inizia così la lettera “ultimatum” che Carmine Gigli, presidente della Fesmed, la Federazione sindacale medici dirigenti, ha scritto ai partiti politici nella speranza che la politica si faccia carico delle questioni che stanno a cuore a chi lavora in ambito ginecologico.
Gigli nella lettera spiega le motivazioni che hanno portato ad indire la giornata di protesta per il prossimo 12 febbraio primo fra tutti “il contenzioso medico-legale” che “ha raggiunto nel nostro paese livelli di tali dimensioni da condizionare in maniera rilevante la relazione fra medico e cittadino/paziente”.
Gligli poi lamenta come “gli avvocati e i magistrati, anche se con istanze ed interessi diversi, sono stati dei moltiplicatori del contenzioso medico-legale, determinando l’instaurarsi di dinamiche sociali che oramai si auto-alimentano nell’aspettativa di un sempre possibile indennizzo. Il quale viene regolarmente ottenuto per qualsivoglia esito avverso e persino, se il risultato delle cure non viene giudicato rispondente alle aspettative da parte del cittadino/paziente”.
Il risultato di ciò secondo il presidente della Fesmed è che il “medico è rimasto disorientato ed indifeso di fronte a questo nuovo modo di giudicare il proprio operato ed ha cercato di proteggersi attraverso la pratica sistematica della medicina difensiva ed il ricorso alle polizze assicurative. Oggi queste difese sono divenute insufficienti ed inadeguate, a causa dell’aggravarsi del fenomeno”.
Infine il “Decreto Balduzzi” il quale lungi dal contribuire alla soluzione del problema, ha semmai “aggiunto ulteriori complessità alla materia”. Per questi motivi, inascoltati dalla politica, la Federazione si vede costretta allo sciopero nazionale “dei medici dipendenti del SSN che operano nei punti nascita, nei consultori familiari e negli ambulatori ostetrici del territorio”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA