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Lunedì 21 GENNAIO 2013
Ginecologi. Sigo: “Denunciamo da anni i troppi cesarei. Necessario applicare riforma punti nascita”
Il presidente Nicola Surico, rimarcando l’importanza della riforma del 2010, lancia un monito alle forze politiche che vinceranno le prossime elezioni ricordando loro che “dovranno avere la forza di chiudere tutti i piccoli reparti materno-infantili e rivedere le modalità di rimborso”.
“In Italia troppi neonati vengono al mondo tramite parto cesareo. Per contrastare questo fenomeno è fondamentale applicare la riforma dei punti nascita del 2010, che prevede la riorganizzazione su tutto il territorio nazionale dei reparti materno-infantili”. È questo il monito lanciato dal presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), Nicola Surico, dopo la pubblicazione della ricerca dell’Agenas presentata la scorsa settimana al ministero della Salute.
Secondo l’ente in Italia il 43% dei parti cesarei sarebbero “ingiustificati” e provocherebbero uno spreco di 85 milioni di euro. “Noi ginecologi non vogliamo essere accusati di truffare il sistema sanitario nazionale - ha sottolineato con forza Surico - la Sigo da anni denuncia l’eccessivo ricorso alla via chirurgica nei reparti materno-infantili. Bisogna partire dal dato oggettivo che la maggior parte dei cesarei inappropriati non è legata alla professionalità del singolo operatore ma a questioni di sistema oltre che organizzative dei reparti e alle modalità dei rimborsi”.
Molte criticità avvengo in strutture sanitarie private accreditate, “chiediamo quindi che la revisione delle tariffe Drg venga applicata a livello nazionale sia nel settore pubblico che privato - ha aggiunto il presidente Sigo - questo provvedimento potrebbe ottenere risultati significativi sul contenimento delle nascite per via chirurgica. In sintesi bisogna riorganizzare l’intero sistema. Per questo chiediamo alle forze politiche, che vinceranno le prossime elezioni, di applicare immediatamente la riforma dei punti nascita del 2010 che prevedeva la chiusura di tutti i reparti che svolgono meno di 500 parti l’anno. Dopo due anni dobbiamo costatare con grande rammarico che gran parte di quei provvedimenti sono rimasti solo sulla carta”.
Tornando poi sulle motivazioni che hanno indotto i camici bianchi ad indire uno sciopero nazionale il prossimo 12 febbraio, Surico ha ricordato anche la questione del contenzioso medico legale. “In Italia sprechiamo ogni anno 12-14 miliardi di euro per esami e terapie inutili che sanitario prescrive solo per il timore di una denuncia o causa legale - ha sottolineato il presidente Sigo - è la così detta ‘medicina difensiva’ che è all’origine anche dell’oltre 30% dei tagli cesari effettuati ogni anno. È necessario prevedere l’obbligatorietà della polizza assicurativa, da parte delle aziende sanitarie, ed un tetto ai risarcimenti - ha concluso - per la realizzazione di questo provvedimento sarà necessario coinvolgere, oltre che al ministero della salute, anche il dicastero della giustizia in quanto le leggi italiane sono diverse da quelle negli Stati Uniti e quindi non è facile attuare questa decisione”.
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