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Giovedì 17 GENNAIO 2013
Carcinoma polmonare. La Low Dose Medicine può aiutare il sistema immunitario

Piccole dose di interleuchina-12 possono essere più efficaci delle normali terapie antitumorali ad alto dosaggio: il motivo è che riducono gli effetti collaterali, non intaccando i livelli dei linfociti “sani” che potrebbero aiutare a sconfiggere la patologia. La ricerca italiana pubblicata su Journal of Cancer Therapy.

Si chiama “Low Dose Medicine”, ovvero medicina dei bassi dosaggi, ed è caratterizzata da un margine altissimo di sicurezza, un impatto ambientale nullo, minori costi globali di terapia, oltre all’abbattimento della spesa sanitaria causati dagli aventi avversi. Oggi, uno studio italiano d’avanguardia dimostra definitivamente che questo approccio ha un ruolo d’avanguardia non solo nella cura dei lievi disturbi e delle patologie croniche, ma anche nel trattamento complementare di malattie ben più gravi come il carcinoma polmonare: il Centro Ricerche in Medicina Sperimentale (CeRMS) A.O.U. San Giovanni Battista di Torino ha infatti pubblicato un lavoro su Journal of Cancer Therapy che dimostra come anche un minimo intervento farmacologico con le interleuchine può riequilibrare il sistema immunitario.
 
Oggetto dello studio è infatti proprio il ruolo svolto dall’interleuchina-12 nel mantenere sotto controllo i livelli dei linfociti Th3,  fondamentali “sentinelle” del nostro sistema immunitario, ma anche - se presenti in eccesso - responsabili dell’immunodeficienza in alcuni tipi di tumore.
Finora, le alte concentrazioni farmacologiche normalmente utilizzate durante le terapie antitumorali riducevano i Th3, ma pregiudicavano anche i livello degli altri linfociti presenti nell’organismo, recando quindi pregiudizio alla capacità dell’organismo di reagire efficacemente alla malattia. Ricorrendo invece alle basse diluizioni della “low dose medicine” il risultato è stato positivo senza però gli effetti collaterali dimostrati dagli alti dosaggi.
I risultati di questo studio – condotto su colture in vitro di cellule mononucleate di sangue periferico derivate da pazienti affetti da carcinoma polmonare – hanno dunque dimostrato che basse dosi di interleuchina-12 sono in grado di riequilibrare il sistema immunitario riducendo i linfociti Th3 e stimolando nel contempo altre cellule immunitarie in grado di combattere  l’adenocarcinoma, ponendo le basi per il ricorso alla medicina low dose come strumento terapeutico efficace nella cura di questo tipo di tumori. Ulteriori esperimenti saranno necessari per confermare questi risultati, fanno però sapere gli scienziati.

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