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Venerdì 21 DICEMBRE 2012
Monti si è dimesso. Bilancio di un anno per la sanità
Il presidente del Consiglio ha rimesso il suo mandato nelle mani del Capo dello Stato. Domenica la conferenza stampa di Monti per un bilancio del suo governo e, forse, per l'annuncio della sua discesa in campo alle prossime elezioni. Per la sanità un anno di sacrifici ma anche di riforme.
Il 16 novembre 2011, s’insediava il Governo ‘tecnico’ guidato da Mario Monti. Da allora, sono passati 13 mesi caratterizzati per la sanità da diversi provvedimenti fino alla legge di stabilità e al decreto sviluppo approvati sul filo di lana.
Il primo è il Decreto ‘Cresci Italia’ del ministro per lo Sviluppo Corrado Passera (convertito in legge il 23 marzo 2012) che ha messo mano al settore delle farmacie. In seconda battuta, è arrivata in estate la ‘Spending review’, con i suoi tagli lineari e soprattutto una riduzione di risorse fino al 2015 da 6,8 miliardi di euro. Terzo intervento, dopo l’estate, il decretone Sanità fortemente voluto dal Ministro della Salute, Renato Balduzzi; un provvedimento che mira a riorganizzare il Ssn ma senza un euro in più da spendere.
Previsto dalla spending review è arrivato uno degli ultimi atti del ministro Balduzzi, la messa a punto la bozza di Regolamento che rinnova gli standard ospedalieri, sul quale è mancata però l'intesa con le Regioni.
Poi decreto sviluppo e legge di stabilità con alcune norme sui farmaci e la legge di satbilità con altri tagli alla sanità.
Ultimo atto del Governo per la sanità potrebbe essere la presentazione a fine anno (a Governo ormai dimesso) della proposta per i nuovi Lea che il ministro Balduzzi ha detto di voler comunque presentare (ma per essere operativa serve intesa in Stato Regioni e parere delle commissioni parlamentari) insieme ad una sua "proposta politica" per un nuovo sistema di compartecipazione alla spesa che eviti l'entrata in vigore dei nuovi ticket nel 2014.
Tirando le somme sono stati 13 mesi segnati dalla crisi economica e anche la sanità ha fatto la sua parte con tagli pesanti sul cui ammontare restano distanti le stime di Governo e Regioni. Una distanza che spiega da sola la mancata sigla del Patto per la Salute che resta al momento la grande incompiuta di Balduzzi.
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