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Lunedì 13 GENNAIO 2025
Un nuovo anno sulle orme dei vecchi
Gentile Direttore,
mi piace parafrasare il sempre pragmatico e simpatico dott. Bozza, che nel suo ultimo intervento ha stigmatizzato alcune disfunzioni croniche di sistema che a quanto pare non siano di agevole condivisione, visto il prescelto biblico titolo che prevedrebbe però dei destini che – si spera tutti – vorremmo evitare: siamo ben a conoscenza dell’ultimo destino del profeta evangelico che preparava la via del Signore...
Quello che certamente si evita è proprio di entrare realisticamente nel merito delle tante faccende spinose che ogni professione presenta, magari cullandosi con visioni anti distopiche: nel caso dei radiographers numerosi contributi sono stati qui pubblicati, quasi sempre da membri appartenenti all’establishment rappresentativo o da aspiranti tali, che propongono a volte veri spot politici, sociologici e tecnologici che hanno il tenore di una propaganda da effetti speciali e colori ultravivaci, molto distante da una realtà quotidiana che è invece molto più vicina allo scenario rappresentato dal medico Bellunese.
Ecco quindi che alle visioni secondo cui “moderni orizzonti germineranno sulla relazione medico-paziente e sul consenso informato” vorrei contrapporre la mai risolta reale questione della compilazione dei questionari di RM, dei vari altri consensi informati e persino delle anamnesi che spessissimo, soprattutto in sopraggiunta epoca di telemedicina e teleradiologia, non soltanto NON vengono compilate dai quasi sempre assenti medici radiologi, ma in qualche caso addirittura sono pretese da questi ai radiographers – prima presa per i fondelli: ormai i TSRM sono professionisti laureati – malgrado una ossimòrica normativa vigente, che unitamente ad altra lunga serie normativa, piacerebbe molto allo scrivente per primo cambiare, preveda:
- che il consenso informato, anamnesi del paziente e prescrizione spettino solo al medico; in particolare la Cassazione (Cass. 30590/2003) ha circostanziato che la raccolta dell’anamnesi ed il suggerimento di esami clinici esercitati da soggetti privi del titolo si rendano responsabili di esercizio abusivo della professione medica;
- che per ogni atto medico eventualmente delegabile (ove è opportuno precisare che non tutti lo sono) è necessaria una opportuna delega scritta;
- che infine sono state date precise indicazioni nel DM 10/08/2018 concernente la “Determinazione degli standard di sicurezza ed impiego per le apparecchiature di risonanza magnetica”.
Suggerimento: gli infermieri hanno conquistato la competenza della c.d. “diagnosi infermieristica” … magari sarebbe il caso di seguire il loro percorso.
Alle futuristiche estasi di un TSRM “che non si limita a “scattare fotografie” … con sale diagnostiche dove la Tomografia Computerizzata a Conteggio di Fotoni, la Risonanza Magnetica ad Alta Risoluzione, la virtopsy e la radiomica non sono solo strumenti, ma estensioni della mente e delle mani del tecnico”, vorrei affiancare la posizione di un medico radiologo che pontificava che la dental scan ormai non può più essere eseguita, perché a suo dire – seconda presa per i fondelli: ai presunti utili idioti puoi raccontare qualsiasi utile frottola – da qualche parte nella legge sulla radioprotezione c’era persino scritto che si andava in galera: fatto che mi ha indotto molto “ecumenicamente” a pubblicare qui un intervento per dimostrare a questi e ad eventuali altri suoi accoliti che la tc cone beam e la dental scan sono entrambe tecnologie da esame di secondo livello.
Infine – ma l’elenco potrebbe essere infinito – quanto al “riconoscere il progressivo ampliamento degli orizzonti della nostra Professione” vorrei raffrontare la posizione di un medico di pronto soccorso che voleva “rimproverare” un radiogrpher perché questi, d. lgs. 101/2020 alla mano, di concerto con il medico radiologo in remoto (ove vada ennesimamente rimarcato che tutta la teleradiologia si fonda su un unico illecito: il d. lgs n.101/2020 semplicemente non la consentirebbe), non aveva eseguito una prestazione radiologica richiesta (rx spalla) ritenuta impropria visto che dalla tc total body già eseguita allo stesso paziente era possibile estrapolare i dati diagnostici richiesti (e certamente di grado superiore rispetto all’esame 2d) senza ulteriormente esporre il paziente ad altra dose aggiuntiva di radiazioni x, il tutto commettendo il gravissimo ed imperdonabile errore di non avvertire il prescrivente, che successivamente ex post, mosso da ragioni che nulla hanno a che vedere con la sicurezza e l’accuratezza diagnostica o gli interessi dell’ormai dimesso paziente, ha vessato (ed anche velatamente minacciato) il radiogrpher, che peraltro ha strenuamente improntato il confronto all’insegna di un cordiale rigore: va bene una relazionalità aperta alla comunicazione, ma ogni intento impositivo di stampo dominante è alquanto sgradito oltreché indebito, stante una legge sulla radioprotezione (anche questa, incostituzionale da ben 25 anni) che pone la giustificazione e la ottimizzazione dell’esame in capo esclusivo al medico radiologo. Questo atteggiamento di moderno professionista consapevole, responsabile ed edotto dovrebbe convincere i medici ad un atteggiamento versus il “peer-to-peer interactions” , invece li fa ancor più adirare, al punto che spessissimo semplicemente impongono il loro volere (e ci riescono agevolmente), giusto o sbagliato che sia.
Questo lo scenario operativo dei radiographers: esposti alla continua mercè dei good/bad humors del medico di turno, ma anche degli utenti impazienti che non tollerano minimi ritardi nella esecuzione di agende di lavoro ormai standardizzate su una tempistica generalizzata, ma giammai istituzionalizzata di 10 min/esame . Terza presa per i fondelli: diversi anni fa (era l’ormai lontano 2007) la ex FNCTSRM emise un documento che trattava di questo “argomento nocciolo”; da allora – sono trascorsi ben 17 anni – quel documento non ha avuto alcun aggiornamento … con ogni ovvia conseguenza operativa.
Mi associo, pertanto, ad ogni linea di defezione controculturale e contropotere del dott. Bozza, perché in maniera del tutto analoga a quella da lui illustrata, le aziende, ma soprattutto le rappresentanze istituzionali e sindacali «non fanno nulla e continuano a non fare nulla» per nemmeno affrontare problemi fondamentali dell’area radiologica, su cui cala sempre e comunque un pesante negazionismo ed una surreale propaganda che non consente nemmeno alle voci fuori del coro di emergere in qualità di democratica falange di opposizione.
Verrebbe da dire che per ogni anno nuovo … valgono i vecchi andazzi.
Dott. Calogero Spada
TSRM – Dottore Magistrale
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