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Gentile direttore, Maria Luisa era una mia cara amica, ma anche colei che su questo giornale ha espresso per anni la sua preziosa complicità in tante battaglie, per avere nel nostro mondo medico-sanitario le cose giuste, per fare le cose giuste, quindi per riformare le cose sbagliate e per opporsi alla deriva alla quale esso è esposto ormai da anni. Per lei le cose giuste non erano subordinate a ideologie o a preconcette posizioni politiche o sindacali ma erano tutte subordinate ad un solo vero ordinatore ideale che era il malato, le cui necessità, i cui problemi venivano necessariamente prima di tutto e di tutti. Maria Luisa nella sua professione pur nei limiti del possibile ha tentato di non derogare mai da questo rigido imperativo ed ha sempre sofferto tutte le restrizioni che lo mettevano in discussione compreso quelle che venivano dalle aziende, dalle metodologie proceduraliste, ed evidenzialiste o quelle precauzionali che giustificavano la medicina difensiva o quelle sindacali che per tutelari certi interessi non erano attenti alle necessità dei malati. Era un medico specialista uno pneumologo speciale intelligente e appassionato che, come tanti medici, amava la medicina scientifica ma allo stesso tempo ricorrendo alla omeopatia provava quasi a reinterpretarla aggiungendo ciò che la medicina scientifica per sua natura non ha mai avuto e che senza una riforma profonda non potrà avere mai. Maria Luisa lottava per questa riforma culturale credeva nella possibilità e nella necessità di un cambiamento anche paradigmatico ed è stata una delle sue più convinte sostenitrici. Devo a lei se in questi anni ho potuto presentare molti dei miei libri sul ripensamento della medicina, devo a lei se su questo argomento si sono organizzati straordinari quanto indimenticabili webinar; quindi, tante discussioni intense e partecipate per certi versi appassionate, devo a lei molti articoli pubblicati da questo giornale in quelli che una volta si chiamavano “forum”. Ma soprattutto devo a lei se su questo giornale ho trovato una sponda un riferimento prezioso, un compagno di strada con il quale condividere le tante difficoltà che incontra quasi inevitabilmente un qualsiasi pensiero di riforma. A me ma anche a questo giornale Maria Luisa mancherà moltissimo. La sua morte per tutti noi è un grande dolore. A parte la sua stima alla quale tenevo molto quello che mi mancherà e il suo incoraggiamento, lo sprone, la sua straordinaria ostinazione ideale. Senza di lei la battaglia resterà ma essa sarà più dura del solito. Ivan Cavicchi A nome mio e di tutta la redazione di Quotidiano Sanità porgo le più sentite condoglianze alla famiglia per la scomparsa di Maria Luisa. Ci lascia una grande professionista che i lettori del giornale hanno apprezzato anche come valida ‘penna’ che ha animato in questi anni i grandi dibattiti sulla sanità sul nostro quotidiano. Luciano Fassari
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Mercoledì 18 DICEMBRE 2024
Ci ha lasciato Maria Luisa Agneni
Maria Luisa Agneni è morta ieri a causa di una inarrestabile quanto feroce recrudescenza di un cancro che si pensava tutti fosse sotto controllo ma che evidentemente non lo era, prendendoci tutti di contropiede.
Direttore responsabile Quotidiano Sanità
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