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Venerdì 21 DICEMBRE 2012
Retinoblastoma. Primo intervento in Italia con tecnica innovativa su una bambina di 4 anni
L'intervento al Bambino Gesù ha consentito alla piccola affetta da retinoblastoma bilaterale - uno dei più frequenti e aggressivi tumori della retina in età pediatrica - di conservare l’unico occhio rimastole grazie a una consistente riduzione della massa tumorale utilizzando una placca di rutenio.
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù è l’unico Centro in Italia ad eseguire la brachiterapia pediatrica per la cura dei tumori dell’occhio che non rispondono alle cure convenzionali, e da oggi è il primo in cui sia stato portato a termine un intervento con placche di rutenio RU106, su una bambina di appena 4 anni. Si tratta di un intervento salvavita che ha consentito alla piccola affetta da retinoblastoma bilaterale - uno dei più frequenti e aggressivi tumori della retina in età pediatrica - di conservare l’unico occhio rimastole grazie a una consistente riduzione della massa tumorale.
Per curare la recidiva di malattia nell’occhio, in una prima fase la bambina è stata sottoposta a un trattamento laser per la riduzione della massa tumorale, successivamente, nel mese di novembre 2012, le è stata impiantata la prima placca di rutenio di circa 12 millimetri (grande quanto una moneta da 1 centesimo). La placca è stata a contatto con il tumore per circa 12 ore e già dopo 2 settimane si è registrata una riduzione della massa di circa il 70%.
È la prima volta che in Italia un paziente in età pediatrica viene sottoposto a questo tipo di trattamento e i risultati scientifici raggiunti al Bambino Gesù sono già stati condivisi con la comunità internazionale.
Il risultato è stato reso possibile dalle tecniche innovative per la terapia conservativa dell’occhio con patologie come il retinoblastoma, tumore che colpisce una persona su 20.000 generalmente entro i primi tre anni di vita e con una frequenza, in Italia, di circa 50 casi l'anno. Oggi, oltre alla diagnosi precoce, è possibile infatti salvare l’occhio e, conseguentemente, la vista ad un numero crescente di bambini utilizzando metodiche di ultima generazione come la brachiterapia. Questa metodologia consiste nell’applicazione mirata di placche radioattive che demoliscono il tumore (in letteratura sono descritti numerosi casi di remissione totale) riducendo allo stretto indispensabile l’area sottoposta alle radiazioni con evidenti vantaggi per la salute dei piccoli pazienti. La dose di somministrazione è proporzionale al volume della massa tumorale e il calcolo viene eseguito da fisici medici e radioterapisti.
Legato ad un’alterazione del gene RB1, il retinoblastoma è riconoscibile dalla presenza di un riflesso bianco nella pupilla (leucocoria), anomalia che spesso si evidenzia nelle prime fotografie scattate al piccolo. Benché oggi la percentuale di sopravvivenza di chi è affetto da questa malattia sia superiore al 95%, meno di un bambino su due riesce a salvare l’occhio malato. Fino a oggi le famiglie con un bambino colpito dalla patologia erano costrette, in caso di recidiva, a rivolgersi all’estero, in particolare a Parigi e a Losanna con i cui centri l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù collabora da anni. Da oggi, invece, lo stesso Ospedale romano diventa polo cui rivolgersi.
L’iter per l’autorizzazione, la formazione di medici e paramedici, l’organizzazione dei locali e delle strumentazioni necessarie per il ricorso alla brachiterapia è durato circa 2 anni al termine dei quali è stato possibile eseguire il primo intervento sulla piccola, inviata al Bambino Gesù dall’Ospedale Niguarda di Milano e precedentemente trattata presso il Centro Tumori di Parigi. “Con questo primo trattamento – ha sottolineato Antonino Romanzo, oculista dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù responsabile dell’ambulatorio di Oncologia Oculare – si aprono prospettive incoraggianti per proseguire nell’impegno di sottrarre i bambini colpiti da questa forma tumorale molto aggressiva alla cecità e salvare loro la vita con un intervento conservativo. Un risultato raggiungibile grazie all'organizzazione multispecialistica del Bambino Gesù, modello unico in Italia che coinvolge oculisti, fisici medici, oncologi, anestesisti e radiologi”.
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