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Gentile Direttore, Circa un anno e mezzo or sono è stato insediato il nuovo tavolo ministeriale sulla salute mentale, da cui non mi risulta sia emerso un solo documento o provvedimento per modificare l’attuale grave situazione. E non possiamo certo dire che i problemi dei servizi in Italia siano un elemento nuovo, che bisognava approfondire grazie ad ulteriori anni di studio ed elaborazione … Il tavolo era stato rinnovato sulla scia dell’onda emotiva connessa alla morte di Barbara Capovani. Da allora non sono emersi nuovi provvedimenti per tentare di arginare eventuali reati commessi da pazienti per motivi psichiatrici; quando ai provvedimenti per proteggere gli operatori della salute mentale gli unici atti intrapresi, legati ad un aumento delle pene, sono di fatto del tutto inefficaci in questo ambito. La situazione critica generata a seguito della Legge 81/2014 che ha chiuso gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, con Rems usate come contenitore indifferenziato, strapiene per utenti nelle posizioni giuridiche e cliniche più varia, non sembra avere innescato alcun concreto tentativo di revisione. E mentre la Corte Costituzionale ha esplicitamente indicato come illegittime parti della legge, la Società Italiana di Psichiatria lamenta che l’Italia è l’unico paese che riconosce la totale o parziale incapacità di intendere o volere per i disturbi di personalità, dove sono gli psichiatri poi a fare le perizie ed a spingere pertanto i giudici in quella direzione, a testimonianza di una difficoltà a pensare e realizzare soluzioni alternative. Sempre sul fronte giuridico, mentre viene accolto con un totale silenzio il rinvio alla valutazione di legittimità da parte della Corte Costituzionale delle norme che governano il TSO, con il rischio di invalidare qualunque provvedimento, ed analogo silenzio accoglie la sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo sulle gravi violazioni dell'Italia in maniera di contenzione, tutto continua identico e si continuano a cercare inutilmente dati sullo stato della contenzione nei servizi (che alcune Regioni si erano perfino obbligate a dare); nessuna proposta reale esiste poi per la revisione dell’istituto della posizione di garanzia che proscioglie il reo e condanna il suo medico. All’esame del Parlamento, come in ogni legislatura peraltro, sono all’esame disegni di legge di revisione della L. 180/78 che, o sono di dubbia efficacia nel risolvere i problemi esistenti, o propongono soluzioni che si ritenevano superate, o propongono programmi e compiti che richiederebbero risorse che non esistono ed è improbabile che siano disponibili. E mentre gli psichiatri chiedono a gran voce oltre 2 miliardi aggiuntivi all’anno, nei vari provvedimenti fino ad ora adottati, alla psichiatria, quando raramente nominata vanno solo briciole. Non emerge attualmente alcuna proposta per uscire da questo problema della carenze di risorse, se non l’occasionale richiamo, non a maggiori investimenti, ma a possibili riorganizzazioni che tentino nuove matematiche, dove si otterrebbe qualcosa moltiplicando per zero, e ritenendo quindi affetti da incapacità tutti gli altri stati europei che stupidamente investono di più nella salute mentale. Ogni tanto emergono classifiche che premiano Regioni ed ASL, sulla base di indicatori che non tengono realmente conto dello stato dei servizi della salute mentale. Persino il report ministeriale del Servizio Informativo Salute Mentale, che negli ultimi anni usciva ad ottobre, quant’anno rimane ancora nel cassetto, privandoci dei dati che permettano, sia pure in modo parziale e con un gap di un anno, la valutazione della situazione esistente, e suggerendo che anche in questi ambiti forse esiste un bias di pubblicazione, per cui mentre i risultati positivi sono accolti con facilità, quelli problematici stazionano nelle nebbie. Al di là delle frasi di rito nelle varie ricorrenze, nulla di concreto che venga detto. Alla fine rimane solo una imbarazzante sensazione di essere trasparenti, di non essere visti… il tutto immersi nel più assoluto silenzio, a dispetto dei tanti pazienti che chiedono aiuto e dei pochi operatori rimasti che tentano di fare l’impossibile. Andrea Angelozzi
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Giovedì 05 DICEMBRE 2024
Prosegue l’imbarazzante silenzio sui servizi pubblici di salute mentale
se proviamo a fare il punto sulla situazione dei servizi pubblici di salute mentale, quello che più emerge è un imbarazzante silenzio.
Che esista ancora la salute mentale, o l’affrontarla solo istituendo “tavoli" svela che ormai sia solo l’evocazione di un ectoplasma in sedute spiritiche?
Psichiatra
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