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Martedì 03 DICEMBRE 2024
Giornata internazionale persone con Disabilità. Confepi Salute: “Governo raddoppi investimenti per salute mentale”

Paola Marchetti, presidente di Confepi Salute: "Il disagio psichico è una disabilità che colpisce tre milioni di persone, affette da varie forme di patologia più o meno gravi, dalla depressione all'ansia fino a forme degenerative che arrivano a pregiudicare la qualità della vita chiedendo assistenza continua e un sostegno che in Italia non viene purtroppo garantito a tutti".

Nella Giornata internazionale delle persone con disabilità Confepi Salute lancia un appello al Governo affinché raddoppi gli investimenti del nostro Sistema Sanitario Nazionale destinati alla prevenzione e alla cura di milioni di persone affette da disagio psichico. Ad inviare il messaggio alla premier Giorgia Meloni e al ministro della Salute, Orazio Schillaci, è Paola Marchetti, presidente di Confepi Salute, realtà associativa che mette insieme le strutture di riabilitazione psichiatrica in tutta Italia.

"Il disagio psichico è una disabilità che colpisce tre milioni di persone, affette da varie forme di patologia più o meno gravi, dalla depressione all'ansia fino a forme degenerative che arrivano a pregiudicare la qualità della vita chiedendo assistenza continua e un sostegno che in Italia non viene purtroppo garantito a tutti", spiega Paola Marchetti.

"Il Covid ha rappresentato uno tsunami per tutti coloro che soffrivano di disturbi psichici, penso anche a migliaia di giovani e giovanissimi che soffrono già di gravi disturbi dettati dalla depressione. L'Italia vanta un ritardo storico negli investimenti, essendo il fanalino di coda fra i Paesi Ue con appena il 3,4% della spesa sanitaria complessiva mentre i principali Paesi ad alto reddito ne dedicano più del 10%. Facciamo appello alla Presidente Meloni e al Ministro Schillaci affinché aumentino ulteriormente le risorse dedicate alla sanità, in linea con la media europea, e all’interno di tale spesa raddoppino i fondi dedicati al sostegno psichico e ai percorsi in strutture comunitarie che sono le uniche in grado di prendersi cura dei pazienti, seguendo tutto il percorso fino al reinserimento nella società", conclude Marchetti.

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