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Mercoledì 27 NOVEMBRE 2024
Fine vita. Migliore (Fiaso): “Nostro impegno per promuovere conoscenza e applicazione Dat”

Così il presidente Fiaso, intervenendo al convegno ‘Vivere sempre la propria vita. Un dialogo tra scienza, etica e cura’, in corso all’Istituto nazionale dei Tumori di Milano.

“Garantire dignità e rispetto delle volontà nel fine vita non è solo un tema etico e personale, ma richiede un’assunzione di responsabilità da parte del management delle aziende sanitarie. È necessario mettere in atto politiche e strategie che rendano questo obiettivo concreto, attraverso una pianificazione attenta, investimenti mirati e la formazione del personale sanitario. La Fiaso, in questo senso, si impegna a promuovere la conoscenza e l’applicazione delle disposizioni anticipate di trattamento (DAT), attraverso iniziative formative come webinar dedicati, per aiutare i professionisti sanitari a comprendere l’importanza del consenso informato e delle scelte autonome dei pazienti”. Così Giovanni Migliore, presidente Fiaso, intervenendo al convegno ‘Vivere sempre la propria vita. Un dialogo tra scienza, etica e cura’, in corso all’Istituto nazionale dei Tumori di Milano. “Il nostro compito - spiega Migliore - è costruire un sistema integrato e coordinato, che metta al centro la persona e le sue necessità, valorizzando il ruolo di medici, infermieri, psicologi e operatori sociali. È solo attraverso una responsabilità condivisa e un approccio collaborativo che possiamo garantire un fine vita dignitoso, rispettoso e vicino alle famiglie. Per questo - aggiunge - l’impegno principale è lavorare per realizzare un ambiente di assistenza che permetta alle persone di vivere il fine vita il più possibile vicino al proprio domicilio, un luogo dove spesso si trovano conforto e serenità. Questo significa rafforzare i servizi territoriali, garantire l’accesso alle cure palliative e fornire un supporto adeguato alle famiglie, affinché non siano lasciate sole in momenti così delicati”.

Il promotore dell’iniziativa, Carlo Nicora, direttore generale Fondazione Irccs Istituto Nazionale Tumori di Milano, sottolinea: “Nella malattia, ogni paziente desidera prima di tutto guarire. Qui in Istituto, questo desiderio si intreccia con il binomio di ‘Cura e Speranza’. Ma prendersi cura di chi soffre non è solo una questione di risorse o organizzazione: è un incontro umano che richiede competenza, ma soprattutto empatia. Quando non è più possibile guarire, è fondamentale continuare a curare e accompagnare, come fanno le cure palliative. La vita, la sofferenza e la morte non sono fardelli che un individuo può portare da solo. È un compito che ci riguarda tutti, come comunità. Mi auguro che incontri come quello di oggi ci facciano avvicinare a questo obiettivo”.

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