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Un appello per sostenere il Ssn e interromperne il declino. Di seguito l’appello: “Da troppo tempo il Servizio sanitario nazionale, un patrimonio fondamentale per un paese civile, non riceve la giusta attenzione. Da troppo tempo osserviamo, spesso impotenti, una grande indifferenza nei confronti del progressivo indebolimento della sanità pubblica. Eppure, negli anni, il Ssn ha contribuito a raggiungere risultati importati per la salute di tutti noi, riconosciuti a livello internazionale. Ad esempio, i dati Ocse dimostrano che in Italia la mortalità evitabile grazie a interventi sanitari tempestivi ed appropriati è circa il 30% in meno della media UE, la sopravvivenza a 5 anni per molte patologie oncologiche è superiore alla media europea, le differenze nell’accesso ai servizi in base alla condizione socioeconomica sono inferiori alla media dei paesi europei. Ma tali risultati non possiamo darli per scontati. Al contrario, i dati attuali dimostrano – e le persone sperimentano – la profonda crisi del sistema. Dopo la pandemia, nonostante gli insegnamenti (troppo presto dimenticati) e le promesse (mai mantenute), la situazione è sempre più preoccupante. L’Istat riporta che nel 2023, il 4,5% degli italiani rinuncia alle cure a causa delle lunghe liste di attesa (in forte aumento rispetto al 2,8% del 2019), il 4,2% rinuncia per motivi economici e l’1% per la scomodità del servizio. Lo sviluppo dell’assistenza territoriale, specie per le persone anziane, continua a segnare il passo. Gli italiani stanno riscoprendo la paura – propria del secolo scorso – di ammalarsi non solo per le sofferenze che ne discendono ma anche per i costi che potrebbe comportare. Oggi il pericolo incombente è la perdita del Ssn (per come l’abbiamo conosciuto dopo la sua istituzione) attraverso la privatizzazione dell’assistenza sanitaria. La sanità pubblica garantisce ancora a tutti una quota di attività (urgenza, ricoveri per acuzie, interventi salvavita), mentre per il resto (visite specialistiche, accertamenti diagnostici, piccola chirurgia, riabilitazione, assistenza residenziale) il Ssn arretra, e i cittadini sono costretti a rinviare gli interventi o a ricorrere ai servizi a pagamento. Le lunghe liste di attesa e, più in generale, la difficoltà ad accedere a prestazioni sanitarie e sociosanitarie stanno così abituando la popolazione a non considerare più la sanità pubblica il primo riferimento in caso di malattia, e stanno facendo riemergere un timore che da decenni era scomparso: la paura di non avere abbastanza soldi per potersi curare. Nelle cure dei malati cronici (ormai la parte preponderante degli assistiti), le famiglie sono lasciate sole e lo sviluppo dei servizi territoriali e di prossimità – che abbiamo visto essere determinanti nella pandemia – è al palo, dopo dichiarazioni roboanti. I professionisti della salute – risorse fondamentali, perno di ogni organizzazione di servizi alla persona – sono sempre meno numerosi e sempre più demotivati, mentre dopo la pandemia avremmo dovuto proteggerli e riconoscerne il valore. Nell’attuale scenario, è inevitabile che gli operatori siano sottoposti a una pressione insostenibile che si traduce in una fuga dal pubblico, soprattutto dai luoghi di maggior tensione, come l’area dell’urgenza. Le retribuzioni debbono essere adeguate ai livelli europei (pena la continua “esportazione” di professionisti), devono essere garantite condizioni di lavoro sostenibili e occorre riprendere a investire nella formazione, compresa la formazione nella comunicazione. Le risorse messe complessivamente a disposizione sono sempre meno adeguate rispetto ai bisogni di assistenza della popolazione; i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono messi a rischio in molte regioni e i divari tra Nord e Sud d’Italia potrebbero ampliarsi. E la Legge di Bilancio per il 2025-2027 non prevede il rafforzamento del personale, non interviene per contrastare la crescente demotivazione dei professionisti, propone ulteriori aumenti delle risorse per i privati, dispone aumenti del FSN sempre inferiori a quelli del Pil (fino a scendere nel 2030 al 5,6% del Pil, livello MAI COSì BASSO prima d’ora!) e tali da produrre disavanzi consistenti nei prossimi anni. Il Servizio Sanitario Nazionale è l’emergenza ma dobbiamo constatare che tutto il sistema di Welfare, dalla scuola, all’Università, alla cultura, all’assistenza sociale, alle politiche per la casa sono sostanzialmente abbandonate e rischiano il tracollo. Di fronte a tale situazione non possiamo restare in silenzio. Le associazioni promotrici del presente appello, tutte appartenenti alla società civile, denunciano lo stato di crisi del Ssn, richiedono interventi per interromperne il declino, ribadiscono la necessità che la salute diventi una vera priorità anche nell’allocazione delle risorse e sono a fianco dei professionisti impegnati in iniziative di mobilitazione e di difesa della sanità pubblica”. Le associazioni firmatarie dell’appello Associazione Salute Diritto Fondamentale Associazione Giovanni Bissoni Laboratorio salute e sanità - LABOSS Forum Disuguaglianze e Diversità Salute Internazionale Associazione Prima la Comunità - ETS Associazione Alessandro Liberati-Cochrane Fondazione Gruppo Abele Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie Fondazione Maratona Alzheimer Associazione Italiana di Epidemiologia Cittadinanzattiva APS Associazione Campagna per la Salute Mentale - Milano Arci APS CIPES - Centro d’Iniziativa per la Promozione della salute e l’Educazione Sanitaria Associazione Centro per la Riforma dello Stato – ETS Associazione Volere la Luna ODV Associazione La Bottega del Possibile APS – Torre Pellice Diritti a Sinistra Grusol - Gruppo Solidarietà APS Ve.R.So - Veneto Ricerca Sociale Associazione Perugia per la Sanità Pubblica - Perugia Associazione Camminare Insieme OdV Ve.La - Veneto Laboratorio Fondazione Casa dell'Ospitalità – ETS – Ivrea Con/F/Basaglia - Conferenza Basaglia Lisbon Institute of Global Mental Health Covesap - Coordinamento veneto per la sanità pubblica Associazione TiAscolto APS Fondazione Nilde Iotti Associazione Treviso civica Associazione Insieme APS-ETS Associazione MenteInPace - Forum per il ben-essere psichico - Cuneo Gruppo di Ricerca per la Salute Mentale "Conoscere per Migliorare" - Torino Associazione La tazza blu – OdV - Torino SOS Sanità RSWT - Rete Salute Welfare Territorio Per una Sanità del Servizio Pubblico Siep - Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica Comitato Un'altra Busca è possibile – Cuneo Fondazione Dravelli – Moncalieri Associazione Franca e Franco Basaglia ACCORDO - Associazione Scientifico - Culturale di Coterapia APS Dedalus, cooperativa sociale - Napoli Unasam – Unione Nazionale delle Associazioni per la salute mentale ANP CIA Piemonte, Associazione Nazionale Pensionati - Confederazione italiana Agricoltori Piemonte SMP - Società Mutua Piemonte ETS ANGOLO OdV, Associazione Nazionale Guariti O Lungoviventi Oncologici - UISP Piemonte Fondo Edo Tempia - Biella Associazione Vivamente – ODV Moncalieri UISP Torino
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Lunedì 25 NOVEMBRE 2024
“Non possiamo restare in silenzio”. 52 Associazioni lanciano un appello per sostenere la sanità pubblica
Le Associazioni, “appartenenti alla società civile”, denunciano lo stato di crisi del Ssn, richiedono interventi per interromperne il declino, ribadiscono la necessità che la salute diventi una vera priorità anche nell’allocazione delle risorse e sono a fianco dei professionisti impegnati in iniziative di mobilitazione e di difesa della sanità pubblica
Questo in estrema sintesi l’appello lanciato da 52 Associazioni, tutte “appartenenti alla società civile”, che sottolineano la necessità di mettere la salute ai primi posti dell’agenda politica anche nell’allocazione delle risorse. Ed esprimono la loro vicinanza ai professionisti impegnati in iniziative di mobilitazione e di difesa della sanità pubblica.
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