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Lunedì 18 NOVEMBRE 2024
Invecchiamento. Pili (Comunità Mondiale della Longevità): “Sia un’opportunità per costruire un futuro sostenibile”
Per il presidente CML, “oggi più che mai è necessario proporre un modello che distribuisca più equamente costi e dividendi derivanti dall’aumento della vita e programmi che coinvolgano giovani e anziani nella promozione della salute, con benefici reciproci per entrambe le fasce d’età. Entrambi hanno l’interesse di migliorare la prevenzione e la gestione delle malattie”.
L’invecchiamento concepito non come un peso per la società ma come un’opportunità per costruire un futuro sostenibile per tutte le generazioni. A parlare a Quotidiano Sanità il medico oncologo Roberto Pili, presidente della Comunità Mondiale della Longevità e IERFOP Onlus, nonché socio ANF, che propone un percorso concreto per migliorare la qualità della vita di giovani e anziani, incentivando scelte comportamentali salutari e promuovendo un nuovo equilibrio intergenerazionale.
“In un contesto di crescenti sfide demografiche – spiega Pili – prezioso è l’appello a fare della salute un valore condiviso, capace di unire giovani e anziani in un progetto comune per il benessere di tutta la società. L’Italia dove gli over 65 rappresentano infatti il 24% della popolazione, con l’indice di vecchiaia del 193%, col tasso di aspettativa di vita libera da malattie e disabilità tra i più bassi d’Europa, non si può permettere anche una conflittualità generazionale. Il dialogo tra generazioni è essenziale per mantenere in equilibrio i sistemi di welfare e assistenza sanitaria”.
“Ricordo che a fronte dell’incremento esponenziale di anziani affetti da malattie cronico degenerative e disabilità (l’87% ultra 65aa è affetto da almeno una malattia: il 60% è affetto da più malattie (comorbilità), il 22% degli over 65 presenta disabilità, il 5% totalmente disabile, il 30% degli ultra 80 è affetto da demenza) – prosegue il medico -, con oneri socioeconomico correlati alla cura, all’assistenza e alle spese previdenziali sempre meno sostenibili tali da paventare un ineluttabile longevity shock, fa da contraltare l'assottigliamento delle fasce giovanili. Negli ultimi 2 decenni l'Italia ha registrato una significativa diminuzione della popolazione giovanile, una riduzione di quasi 3,5 milioni di giovani under 35, pari a circa il 21%, con uno stato di salute allarmante. Alta si è registrata l’incidenza di obesità, diabete di tipo 2, malattie allergiche e infiammatorie, disturbi mentali (con il 16,6% dei ragazzi affetti da problemi di salute mentale), malattie cardiovascolari, tumori”.
“Oggi più che mai è dunque necessario proporre un modello che distribuisca più equamente costi e dividendi derivanti dall’aumento della vita e programmi che coinvolgano giovani e anziani nella promozione della salute, con benefici reciproci per entrambe le fasce d’età. Da un lato, gli anziani che devono affrontare condizioni croniche e degenerative, dall’altro, i giovani che vivono sempre più spesso problemi di salute legati a stili di vita insalubri e allo stress. Entrambi, quindi, hanno l’interesse di migliorare la prevenzione e la gestione delle malattie. E penso a progetti per un futuro più sano: Disabilit-Aging, Nutry-Action, Scuola della Salute, che si distinguono per il loro approccio innovativo e psico-educazionale nel promuovere stili di vita sani”.
“Per meglio approfondire. L’iniziativa pilota Disabilit-Aging, nata dalla collaborazione tra IERFOP, la Comunità Mondiale della Longevità e l’Associazione Nazionale Fisiatri (ANF), mira a migliorare l’aspettativa di vita libera da disabilità (DFLE, disability free life expectancy- un indicatore composito che combina informazioni su morbilità e disabilità). Ossia, l’aspettativa di vita delle persone con disabilità è in aumento grazie ai progressi medici e riabilitativi e il progetto Disabilit-aging, che si avvale della preziosa collaborazione dei medici fisiatri della ANF, punta a garantire un invecchiamento di qualità delle persone anziane con disabilità promuovendo programmi riabilitativi e l’utilizzo di digito tecnologie assistive per supportare l’autonomia e l’indipendenza. Questo approccio consente una longevità con una funzionalità ottimale non solo fisica, ma anche psicologica e sociale”.
“Il programma educativo Nutri-Action mira invece a sensibilizzare i giovani sull’importanza di una corretta alimentazione, coinvolgendo anche gli anziani nella trasmissione di pratiche alimentari salutari. Questo progetto non solo incentiva scelte alimentari più consapevoli, ma favorisce un’alleanza tra generazioni nella lotta contro le cattive abitudini alimentari e le conseguenze negative sulla salute”.
“Vi è poi il progetto Scuola della Salute il cui obiettivo è trasmettere conoscenze e strumenti per vivere in modo sano e attivo, indipendentemente dall’età, attraverso un approccio intergenerazionale. Per i più giovani inoltre, nella scuola la psicopedagogia offre l’opportunità di apprendere abitudini salutari e sviluppare una mentalità orientata alla prevenzione, favorendo uno stile di vita che li accompagni in una vita lunga e in salute”.
“Tutto ciò contribuisce a superare l'attuale approccio reattivo nelle politiche sanitarie per prediligere un approccio proattivo dando priorità alla prevenzione primaria, promuovendo stili di vita sani, quale cambiamento necessario e strategico per ridurre l’incidenza delle patologie acute e croniche in ogni fase della vita, garantendo la sostenibilità del sistema sanitario” – conclude Pili.
Elisabetta Caredda
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