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Gentile direttore, La tassonomia degli sprechi di GIMBE, come molto ben illustrato nel suo ultimo Rapporto , si articola in sei ambiti: sovra-utilizzo, sotto-utilizzo, inadeguato coordinamento, acquisto a costi superiori al valore di mercato, inefficienze nei processi gestionali e amministrativi e infine, per non farci mancare niente, comportamenti opportunistici (trascuriamo qui le frodi e gli abusi) condizionati da conflitti di interesse. Adesso aggiungiamo “di risorse umane” a ciascuna di queste categorie e vediamo cosa ne viene fuori magari con qualche adattamento e qualche integrazione: Insomma la tassonomia GIMBE degli sprechi funziona e potrebbe orientare le azioni correttive anche quando applicata alle risorse umane del Ssn. Il problema degli sprechi nelle risorse umane si intreccia poi con quello delle perdite, ovvero delle risorse umane che lasciano il Ssn o che il Ssn non riesce a catturare. Si tratta di un tema quotidianamente affrontato qui su Qs che ha alla base fattori quali ad esempio l’inadeguato trattamento economico, i percorsi di carriera inadeguati e influenzati ancora troppo dai familismi di varia natura, il clima aziendale, il clima sociale, la competizione delle strutture private e la crescita della sanità privata nel suo complesso. Per concludere, i messaggi che mi preme mandare sono due: una sanità pubblica che spreca le sue risorse umane finisce anche per perderle e buona parte degli sprechi dipende da una cattiva gestione politica e manageriale del Ssn a tutti i livelli. Cattiva gestione che non migliorerà per un pugno di miliardi in più nel Fondo Sanitario Nazionale. Claudio Maria Maffei
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Venerdì 15 NOVEMBRE 2024
La gestione delle risorse umane del Ssn tra sprechi e perdite
siccome in questo periodo sono ossessionato (si fa per dire) dagli sprechi nel Ssn mi è venuto in mente di provare ad applicare la tassonomia degli sprechi di GIMBE agli sprechi che quotidianamente vengono fatti delle risorse umane nel Ssn, dove per spreco si intende qui una perdita di valore aggiunto del loro lavoro in termini quantitativi e qualitativi per scelte “esterne” che lo condizionano. E’ evidente che quello delle risorse umane è lo spreco più grave visto che riguarda la risorsa che tutti sanno più importante (e lo dicono pure), risorsa scarsa sia per i tetti imposti alla spesa del personale che per la scarsa e decrescente disponibilità a lavorare nel sistema sanitario pubblico.
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