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L'Agenzia europea del farmaco Ema ci ripensa e dice sì alla terapia anti-Alzheimer lecanemab (Leqembi*). "Dopo aver riesaminato il suo parere iniziale", negativo, "il Comitato per i medicinali a uso umano (Chmp) - informa l'ente regolatorio Ue in una nota - ha raccomandato di concedere un'autorizzazione all'immissione in commercio per Leqembi, per il trattamento del deterioramento cognitivo lieve (problemi di memoria e pensiero) o della demenza lieve dovuta alla malattia di Alzheimer (malattia di Alzheimer in fase precoce) in pazienti che hanno solo una o nessuna copia di ApoE4, una certa forma del gene per la proteina apolipoproteina E". Il riesame ha dunque concluso che i benefici superano i rischi in una popolazione di pazienti limitata. Il ruolo di ApoE4 e i rischi dell’ARIA Efficacia di Leqembi: dati e risultati Misure di sicurezza e monitoraggio Il futuro di Leqembi: studio di registro e prospettive L’approvazione finale di Leqembi dipenderà dalla decisione della Commissione Europea, che valuterà il parere del CHMP. Se approvato, ogni Stato membro deciderà in merito al prezzo e al rimborso del farmaco, tenendo conto del suo impatto sul sistema sanitario nazionale e del suo potenziale nel trattamento del morbo di Alzheimer nelle sue fasi iniziali. La sfida del morbo di alzheimer e l'innovazione farmacologica Gli effetti collaterali comuni di Leqembi includono mal di testa e reazioni correlate all'infusione, ma il rischio maggiore rimane l’ARIA, soprattutto per i pazienti che assumono anticoagulanti, che dovranno evitare il farmaco per ridurre il rischio di emorragie cerebrali. L’approvazione condizionata di Leqembi segna un avanzamento significativo nel trattamento dell’Alzheimer precoce. Con una stretta vigilanza e misure di sicurezza, il farmaco potrà offrire un’opzione terapeutica innovativa per i pazienti nelle fasi iniziali della malattia. Questo approccio mirato e controllato riflette la crescente attenzione dell’EMA nel bilanciare rischi e benefici per offrire nuove possibilità terapeutiche, soprattutto per malattie per cui le opzioni sono ancora limitate. Il prossimo passo sarà la decisione della Commissione Europea e, se approvato, l’implementazione del farmaco a livello nazionale. Leqembi potrebbe presto diventare una delle poche opzioni disponibili per rallentare il declino cognitivo nell’Alzheimer, aprendo la strada a nuove prospettive di cura per migliaia di persone.
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Giovedì 14 NOVEMBRE 2024
Alzheimer. Ema riesamina parere negativo su lecanemab e concede autorizzazione all’immissione in commercio
Il Chmp dell’Agenzia europea del farmaco dopo un primo no concede l'autorizzazione all'immissione in commercio per Leqembi, destinato ai pazienti con deterioramento cognitivo lieve o demenza precoce da Alzheimer
L'azione di Leqembi è associata al rischio di anomalie di imaging correlate all’amiloide (ARIA), un effetto collaterale potenzialmente grave che causa edema (ARIA-E) o emorragie cerebrali (ARIA-H). I pazienti con due copie del gene ApoE4, noto per aumentare la suscettibilità all’Alzheimer, sono particolarmente a rischio di sviluppare ARIA durante il trattamento con Leqembi, un farmaco che mira a ridurre la beta amiloide, una sostanza che si accumula nel cervello delle persone con Alzheimer e forma placche associate al deterioramento cognitivo. L'analisi ha dimostrato che i pazienti con una o nessuna copia di ApoE4 presentano un rischio inferiore di ARIA: l’8,9% ha manifestato ARIA-E e il 12,9% ARIA-H, rispetto a percentuali più alte nella popolazione generale.
I benefici di Leqembi sono stati valutati in un sottogruppo di pazienti durante uno studio clinico che ha incluso 1.521 persone con una o nessuna copia di ApoE4. Dopo 18 mesi di trattamento, i pazienti hanno mostrato un declino cognitivo più lento rispetto al gruppo di controllo trattato con placebo. Misurato tramite la scala CDR-SB (che valuta la gravità della demenza su una scala da 0 a 18), il punteggio dei pazienti trattati con Leqembi è aumentato di 1,22 punti rispetto a 1,75 punti nei pazienti che hanno ricevuto il placebo, indicando un rallentamento nella progressione dei sintomi.
Il CHMP ha stabilito che i benefici di Leqembi superano i rischi, purché siano attuate rigide misure di sicurezza. Leqembi sarà disponibile attraverso un programma di accesso controllato, riservato ai pazienti che soddisfano i criteri genetici specificati. I pazienti dovranno sottoporsi a scansioni MRI prima dell'inizio del trattamento e periodicamente, per monitorare la presenza di ARIA. Questo monitoraggio sarà essenziale per rilevare eventuali sintomi di ARIA come mal di testa, confusione e vertigini. Inoltre, l'azienda produttrice di Leqembi fornirà materiale informativo e formazione per gli operatori sanitari per facilitare la gestione di eventuali episodi di ARIA e promuovere una diagnosi precoce.
Per migliorare la comprensione degli effetti di Leqembi e monitorare la sua sicurezza a lungo termine, l'EMA ha richiesto all'azienda di condurre uno studio di registro su scala europea. Questo studio raccoglierà dati su pazienti trattati con Leqembi per monitorare l’incidenza e la gravità di ARIA, oltre a raccogliere informazioni sulla progressione della malattia. Il registro servirà anche a valutare l’efficacia delle misure di minimizzazione del rischio implementate.
Il morbo di Alzheimer è una patologia progressiva e irreversibile che colpisce milioni di persone in Europa. I trattamenti attualmente disponibili sono limitati e mirano principalmente ad alleviare i sintomi, piuttosto che a rallentare la progressione della malattia. Leqembi, un anticorpo monoclonale che riduce le placche di beta amiloide, rappresenta una nuova speranza per i pazienti e le loro famiglie. Sebbene il farmaco non sia privo di rischi, il suo potenziale per rallentare il declino cognitivo lo rende una pietra miliare nella lotta contro l’Alzheimer.
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