quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Lunedì 17 DICEMBRE 2012
Lazio. Antonellis (Anaao) a Bondi: “S. Filippo Neri non va chiuso”
Il segretario regionale del sindacato, elencando tutti i motivi per i quali risulta necessario preservare il nosocomio, ha chiesto un confronto con il Commissario ad acta per la Sanità, per analizzare “i dati reali dell’ospedale che dimostrano come non sia una struttura marginale né inefficiente”.
“Commissario Bondi, lei è un semplice liquidatore con un compito molto limitato e con dati tecnici di scarsa qualità su cui lavorare. Il punto è che i dati di attività del San Filippo Neri non sono quelli di una struttura da chiudere, o da ‘disattivare’ come qualcuno dell’Agenzia di Sanità Pubblica (ASP) ha detto”. Così Donato Antonellis, segretario regionale dell’Aanaao Assomed Lazio, ha invitato il Commissario ad acta per la Sanità, Enrico Bondi, ad un confronto trasparente sui dati della struttura, numeri che dimostrano come “il San Filippo non è un ospedale marginale e, soprattutto, non è un ospedale inefficiente”.
“Pensiamo di essere competitivi con molti dei ‘giganti’ della sanità regionale, universitaria e non – ha proseguito Antonellis - non appena sarà noto il contenuto dell’incontro tra il direttore generale del S.Filippo e l’Asp, verrà organizzata una pubblica conferenza stampa in cui direttori e responsabili delle unità cliniche ospedaliere comunicheranno i dati reali e aggiornati di questa struttura, in nome di una trasparenza che dobbiamo prima di tutto ai pazienti e poi a noi stessi”.
Nel comunicato del sindacato della dirigenza medica vengono poi elencati tutti i motivi per i quali risulta necessario preservare la struttura:
- È l’unico ospedale pubblico di Roma Nord e non rappresenta gli interessi delle lobbies che condizionano da sempre la sanità romana.
- Nel trattamento dell’infarto del miocardio, è uno dei centri che garantisce tra le più elevate probabilità di sopravvivenza in Italia, come testimonia il programma Programma nazionale esiti (Pne).
- La mortalità dei pazienti con ictus è la più bassa della regione, come testimonia il programma Pne.
- Ha una Cardiochirurgia che nell’ultimo anno ha ridotto la mortalità dei pazienti (3.1%) abbattuto i costi di esercizio del 66%, triplicando il numero di interventi.
- In Neurochirurgia si effettuano oltre 50 interventi al mese nonostante i decreti regionali dal 2010 ad oggi abbiano spostato tutta la patologia politraumatica di questa Area al Policlinico Gemelli. Il reparto, di fatto, è centro di riferimento per le neoplasie cerebrali. Ha una percentuale di interventi maggiori sul cervello superiore a quella delle mastodontiche strutture esistenti nella Regione Lazio.
- Le complicanze della colecistectomia laparoscopica sono le più basse della regione e si rileva anche la più bassa mortalità per emorragia acuta non varicosa, come testimonia il programma Pne.
- È una delle pochissime strutture regionali che l’anno scorso ha avuto il coraggio di chiudere un costoso presidio satellite (Valle Fiorita) e riportare l’attività all’interno delle mura ospedaliere (risparmio superiore ai 10 milioni di euro).
- In ospedale si sta per mettere in funzione la strumentazione di radioterapia più moderna ed efficace della Regione Lazio (con investimenti importanti già affrontati e autorizzazioni all’attivazione già concesse dopo un lungo iter burocratico).
- Ha una delle pochissime strutture regionali di Radiologia interventistica sempre attive.
- È la sola struttura pubblica del Centro Sud che fa la brachiterapia dei tumori della prostata.
- L’oncologia attira oltre il 50% dei pazienti da fuori regione.
- Il tasso di occupazione dei letti dell’intero ospedale è superiore al 90%. Al S.Filippo, in media, il 10% dei pazienti vengono da fuori regione e il 50% fuori dal territorio della Asl di zona.
- Pur con il personale al minimo, si è riusciti a gestire nell’ultimo anno 68 neonati con peso inferiore a 1500 grammi o età inferiore alle 32 settimane.
- I laboratori clinici hanno spuntato, con semplici e oneste gare, i migliori prezzi di acquisto del Lazio su reagenti e diagnostici (circa la metà, dato certificato).
- È l’ospedale che ha insegnato a tutta Roma come si fa la sorveglianza delle infezioni ospedaliere e l’unico che tiene sotto controllo l’uso degli antibiotici.
© RIPRODUZIONE RISERVATA