quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 13 NOVEMBRE 2024
Decreto Tariffe. Possibilità di fissare prezzi più alti per chi ha conti in regola e avvio dal 30 dicembre 2024. Ecco le richieste delle Regioni

Sono queste alcune delle richieste di modifica delle Regioni al decreto sulle nuove tariffe per specialistica ambulatoriale e protesica. Ieri si è infatti tenuta una riunione degli assessori alla Salute dove sono state formulate due proposte emendative alla manovra e modifiche al testo del Dm. Ora la palla passa al Mef. Convocata per domani una Stato-Regioni straordinaria. LE PROPOSTE DELLE REGIONI

Dare la possibilità a tutte le Regioni con i conti in regola (anche a quelle in piano di rientro) di poter utilizzare i risparmi per sostenere spese sanitarie ulteriori rispetto ai livelli essenziali di assistenza. E ancora, consentire alle Regioni (sempre che abbiano i conti in ordine) di fissare importi tariffari superiori alle tariffe massime di remunerazione delle strutture che erogano assistenza ospedaliera ed ambulatoriale a carico del servizio sanitario nazionale. Sono queste alcune delle richieste di modifica delle Regioni al decreto sulle nuove tariffe per specialistica ambulatoriale e protesica. Ieri si è infatti tenuta una riunione degli assessori alla Salute dove sono state formulate queste due proposte emendative alla manovra. La prima richiesta proviene soprattutto dalle Regioni in piano di rientro ma che hanno i conti in regola mentre la seconda proposta arriva dalla Regione Lombardia che era stata da subito molto scettica sul decreto che accompagnava i nuovi tariffari in quanto poneva limiti molto stringenti sulla possibilità di fissare tariffe più alte rispetto a quelle definite.

Ma non solo, rispetto al testo trasmesso dal Ministero della Salute si chiede anche che l’entrata in vigore dei tariffari scatti dal 30 dicembre 2024 rispetto alla data del 1° dicembre del testo originario. Inoltre si chiede che tutte le ricette emesse entro il 29 dicembre sono erogabili con le vecchie tariffe entro e non oltre 12 mesi dall’entrata in vigore delle disposizioni del decreto, prorogabili di ulteriori 6 mesi. Il tutto per garantire una transizione ed evitare che i cittadini debbano rifarsi fare una ricetta qualora i tempi della somministrazione della prestazione dovessero scavallare quelli dell’entrata in vigore dei nuovi tariffari.

A questo punto la palla passa al Mef che dovrà valutare se accettare o meno queste proposte su cui le Regioni hanno deciso di condizionare l’intesa. E in questo senso è stata convocata per domani una Conferenza Stato-Regioni straordinaria per chiudere la partita cui ricordiamo è strettamente legata l’approvazione del riparto del Fsn 2024 ancora fermo al palo.

L.F.

© RIPRODUZIONE RISERVATA