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Martedì 05 NOVEMBRE 2024
Più garanti e meno garanzie?
Gentile Direttore
le scrivo in qualità di presidente di FEDER.S.P.e V. (Federazione Nazionale Sanitari Pensionati e Vedove), unica associazione sindacale che non si occupa solo di titolari di pensione del settore sanitario, ma si fa carico istituzionalmente anche dei problemi delle loro vedove, che entrano a far parte in prima persona degli Organi Direttivi dell'Associazione stessa. Noi tuteliamo gli interessi morali, economici, giuridici, professionali ed assistenziali dei soci/e/* e diamo assistenza materiale e morale anche alle loro famiglie. Ci stupisce questo proliferare di Garanti a livello istituzionale in tutte le regioni italiane. Non vorrei essere frainteso: ben venga la tutela per la quale anche noi siamo attivi da anni sia a livello locale, regionale, nazionale ed europeo; ma ci stiamo rendendo conto che più si creano “GARANTI” e meno “GARANZIE” ci sono.
Regione Lombardia, come altre regioni d'Italia, ha istituito da ormai diversi anni le figure dei Garanti, ovvero professionisti esterni che si occupano di tutelare i diritti dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione. Un esempio? Proprio questo mese in Lombardia viene istituito il “Garante dei diritti delle persone anziane” grazie all’approvazione in II Commissione del progetto di legge n. 54, che ne prevede l’istituzione a tutela degli over 65. Nel frattempo però se si è over 65 e si vuole fare la vaccinazione anti-influenzale e anti-covid sono ancora poche le farmacie e i medici di base aderenti; le liste di attesa per gli esami sanitari con il sistema sanitario regionale e nazionale aumentano e invece se si paga, esami e visite si hanno subito. C’è qualcosa di distorto in tutto ciò.
Sempre in Lombardia c’è un Garante per la tutela dei minori e c’era un Garante per l’infanzia e l’adolescenza, poi con l’articolo 8 della legge regionale 18 del 2022 è stata prevista la creazione di un unico "supergarante" della fragilità che unisca la tutela di minori e di vittime di reato e aggiunge pure la tutela per le persone con disabilità …peccato però che è stato deciso un taglio dei fondi per l'assistenza domiciliare. Quest'accorpamento di GARANTI peraltro non comporta neanche un effettivo taglio della spesa pubblica. Attualmente, infatti, i Garanti per l'infanzia e per le vittime di reato percepiscono un'indennità omnicomprensiva pari al 20 per cento dell'indennità di carica prevista per i consiglieri regionali. Vale a dire il 20 per cento di 6.327 euro lordi, quindi 1,265 euro lordi mensili. Il nuovo "supergarante" lombardo riceve invece un compenso "pari al 70 per cento della stessa indennità". Questo vuol dire che percepisce 4.428 euro lordi al mese. Molto di più della somma dei due garanti, infanzia e vittime di reato, distinti in due figure precedentemente.
Per fare cosa? Per raccordare o sovrapporsi a realtà già esistenti? Oltre al fatto che c’è rischio di un conflitto di interessi: aumentano i casi in cui un minore commette un reato nei confronti di un adulto, spesso un medico o un disabile adulto, e il garante unico per l'infanzia e le vittime di reato si troverebbe di fronte a un evidente conflitto di competenze. Chi dovrebbe "tutelare"? Il minore o la vittima?
Inoltre, stando agli ultimi dati, presentati da una ricerca di PoliS Lombardia il 24 ottobre nella stessa Regione, risulta che il 31% delle vittime di violenza sessuale è minore, mentre 16% delle vittime di rapina ha meno di 18 anni e sono in aumento i minori con problemi mentali e di disagio psico-sociale. Oltre al fatto che sul territorio lombardo (dati del 2023) il tasso di criminalità della regione ha raggiunto i 45,6 reati ogni mille abitanti, attestandosi per sopra alla media nazionale (39,7), con più di 70 delitti denunciati ogni mille residenti; Il 57% delle vittime di reato sono uomini, mentre il 43% donne e aumentano le aggressioni al personale sanitario, mentre sono stati tolti i presidi di polizia e carabinieri nei pronto soccorso.
Insomma i fatti parlano chiaro: più garanti e meno garanzie….forse varrebbe la pena di prendere esempio dagli altri Stati europei che raccordano meglio i servizi per tutti, anziani, disabili, minori e non creano figure ibride e sovrastrutture che rallentano anche gli iter assistenziali senza avere delle mansioni utili.
Michele Poerio
Presidente di FEDERESPEV
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