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La Cgil individua nella legge di bilancio una "vera e propria fiera dei tagli agli investimenti e ai servizi pubblici - decisa per rispettare il nuovo Patto di Stabilità, cui anche il Governo italiano ha dato via libera - che condanna il nostro Paese a 7 anni di austerità". Lo ha detto Christian Ferrari, segretario confederale Cgil nel corso dell'audizione di fronte alle Commissioni Bilancio congiunte sulla manovra 2025. "A pagare il prezzo più salato di questa impostazione saranno lavoratori, pensionati, ceti popolari che - ha aggiunto - dopo aver subito una brutale perdita del potere d'acquisto causata da un'inflazione da profitti lasciata libera di consumarsi a loro danno, verranno colpiti anche nel cosiddetto salario indiretto o sociale. Noi sosteniamo che c'era - e c'è - un'alternativa: all'ulteriore diminuzione dei dipendenti pubblici; all'ennesimo taglio per Istruzione, Ricerca, Regioni ed Enti locali; alla programmazione di una riduzione delle risorse per la sanità pubblica tale da raggiungere - nel 2027 - il livello più basso mai registrato in rapporto al Pil, pari al 5,91%. Si potevano - e si possono - recuperare molte risorse da profitti, extraprofitti (decine e decine di miliardi di euro), rendite, grandi patrimoni, evasione fiscale e contributiva. E invece, non solo non si vanno a prendere i soldi dove sono, ma si fa addirittura il contrario". Anche per la Uil questa Legge di bilancio è "insufficiente a rispondere alle sfide attuali del Paese ed è all'insegna del paradigma dell'austerity. Le politiche fiscali, sociali, sanitarie e del welfare proposte non garantiscono un reale sostegno ai lavoratori, ai pensionati alle famiglie". Questa la posizione espressa dalla segretaria confederale, Vera Buonono. "Si palesa nella manovra - ha aggiunto - un approccio inadeguato ad affrontare i problemi del precariato, della povertà lavorativa e delle disuguaglianze territoriali. Il sistema sanitario viene definanziato, così come vengono tagliate le risorse per tutti i ministeri e gli Enti locali, colpendo in particolar modo l'istruzione e il welfare. Non si affronta il tema di una riforma strutturale della previdenza e men che meno, e questo è un punto eclatante, la salute e la sicurezza sul lavoro". Di contro, per il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga, la manovra "presenta diversi interventi in linea con le rivendicazioni avanzate da mesi dalla CISL e di conseguenza, pur riscontrando, a nostro giudizio, alcuni aspetti migliorabili e da modificare, riteniamo che il disegno di legge risponda in modo significativo a diverse urgenze dei lavoratori, delle famiglie e del sistema socio-economico nel suo complesso".
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Martedì 05 NOVEMBRE 2024
Manovra. Bocciature da Cgil e Uil. Ma la Cisl apre al governo
Per Cgil si assiste "all'ennesimo taglio per Istruzione, Ricerca, Regioni ed Enti locali; alla programmazione di una riduzione delle risorse per la sanità pubblica tale da raggiungere - nel 2027 - il livello più basso mai registrato in rapporto al Pil, pari al 5,91%". Anche per Uil "il sistema sanitario viene definanziato, così come vengono colpite l'istruzione e il welfare". Di contro la Cisl la manovra è migliorabile ma "risponde alle esigenze di lavoratori e famiglie".
Per il sindacato, che ribadisce così le motivazione che hanno portato alla mobilitazione già annunciata, si tratta di "una manovra che avvantaggia i soliti noti e che non guarda al Paese reale" e, in conclusione, "esprime la sua netta contrarietà a questa Legge di Bilancio e chiede al Parlamento di intervenire per modificare una manovra insufficiente, che aumenta le diseguaglianze e che peggiora le condizioni di vita delle persone".
In particolare, la Cisl "apprezza la decisione di rendere strutturale e di elevare la soglia del taglio del cuneo fiscale e contributivo" e la "conferma della defiscalizzazione al 5% per i salari legati alla produttività e al welfare contrattato, che si protrarrà per il triennio 25-27". "Positiva" anche "la conferma strutturale della decontribuzione a favore delle lavoratrici madri nonché il rafforzamento degli incentivi alle assunzioni". Sul fronte della famiglia "valutiamo con favore l'assegno per i nuovi nati di 1.000 euro" nonché "il rafforzamento dei congedi parentali, del bonus asili nido".
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