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Giovedì 24 OTTOBRE 2024
Cannabis Light. Ass. Coscioni: “Cronaca di una morte annunciata che aspetta sepoltura definitiva”

Il Tar del Lazio ha confermato la sospensione del decreto del ministero della Salute che ha inserito le composizioni orali contenenti cannabidiolo (Cbd) nella tabella delle sostanze stupefacenti. "Piuttosto che partire col solito attacco alla magistratura, il Governo farebbe meglio a desistere una volta per tutte da un’impresa che non solo è a-scientific, ma va contro le raccomandazioni dell’Oms e le regole dell’Unione europea sul libero mercato".

Con una nuova ordinanza - che riprende quanto già stabilito mese scorso - il Tar del Lazio ha confermato nelle scorse ore la sospensione del decreto del ministero della Salute che ha inserito le composizioni orali contenenti cannabidiolo (Cbd) nella tabella delle sostanze stupefacenti.

“Accettato il ricorso di ICI-Imprenditori Canapa Italia, il Tar del Lazio non poteva che far altrettanto per quello di Sviluppo Srl; il 16 dicembre prossimo, data dell’udienza pubblica per la definizione nel merito di tutti i ricorsi contro la tabellazione di preparati per uso orale con cannabidiolo (Cbd), è auspicabile che si metta la parola fine a questo ennesimo esempio di mala-normazione proibizionista - commenta Marco Perduca, dell’Associazione Luca Coscioni già presidente del Comitato referendum cannabis legale -. Piuttosto che partire col solito attacco alla magistratura, il Governo farebbe meglio a desistere una volta per tutte da un’impresa che, torniamo a ripeterlo, non solo è a-scientifica, come dimostrato dall’istruttoria utilizzata per giustificare la decisione, ma va contro le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale delle sanità e - ancora una volta - le regole dell’Unione europea sul libero mercato".

“La tabellazione del Cbd per via orale imporrebbe maggiori costi per chi usa questi prodotti, complicando strutturalmente il lavoro di chi li produce e vende, un aggravio economico che si aggiunge ai costi di questo ping pong di decreti, ricorsi e sospensive frutto di una visione proibizionista e medicalizzante di tutto ciò che non rientra nei canoni della 'tradizione'", conclude.

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